Crucifere: quali benefici e controindicazioni?
Le Crucifere, chiamate anche Brassicacae, sono una famiglia di verdure e ortaggi che prendono il nome dalla disposizione dei loro fiori a quattro petali a mo’ di croce; queste sono il cavolo (nero, cappuccio, viola, ecc.), il cavolfiore, il ravanello, la rucola, la senape, il crescione, i broccoli, i cavoletti di Bruxelles, la verza, alimenti che abitualmente consumiamo durante l’inverno.
Diversi studi hanno riportato proprietà benefiche di questi ortaggi, poiché questa famiglia contiene nutrienti quali l’indolo-3-carbinolo ed il sulforafano che sono potenti anti-tumorali.
Infatti, tra le varie verdure, i broccoli e le altre crucifere sono più strettamente associate a un ridotto rischio di cancro in organi quali il colon-retto, il polmone, la prostata e il seno. Gli effetti protettivi contro il rischio di cancro sono stati attribuiti, almeno in parte, alla loro quantità di glucosinolati, che li differenzia dagli altri vegetali. I Glucosinolati, una classe di glicosidi contenenti solfuro, presenti in quantità sostanziali nelle crucifere, e i loro prodotti di degradazione come gli isotiocianati, sono ritenuti responsabili dei loro benefici per la salute. Tuttavia, i meccanismi sottostanti responsabili dell’effetto chemiopreventivo di questi composti sono probabilmente molteplici. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23679237
Il cancro del colon-retto è una causa sempre più significativa di mortalità il cui rischio è legato alla dieta e inversamente correlato al consumo di verdure crucifere. Questo è probabilmente attribuibile in parte agli isotiocianati derivati dal consumo di queste verdure, come il sulforafano, che ha attività citoprotettive e soppressive del tumore. Si ritiene che gli isotiocianati svolgano un ruolo difensivo nelle piante attraverso i loro effetti citotossici su microrganismi e piccoli animali parassiti, ma siano benefici anche per la salute umana attraverso ampi effetti anti-infiammatori e antiossidanti, e quindi siano in grado di aiutare a inibire lo sviluppo dei tumori, malattie cardiovascolari e osteoartrite. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28825609
Molti Isotiocianati possiedono promettenti attività chemiopreventive contro il cancro alla vescica. Questi, infatti, vengono ingeriti per via orale ed arrivano in modo selettivo alla vescica tramite l’escrezione urinaria. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26273545
Almeno otto studi hanno identificato una relazione inversa tra l’assunzione di verdure crucifere e patologie cardiovascolari, tra i quali anche l’ictus ischemico e l’emorragia intracerebrale. https://www.mdpi.com/2072-6643/10/5/595/htm
Secondo una meta-analisi con 13 studi epidemiologici inclusi, l’assunzione di crucifere era inversamente associata al rischio di cancro al seno. https://www.mdpi.com/2072-6643/9/7/728/htm
I ravanelli (Raphanus sativus L.) contengono alte concentrazioni di glucosinolati, isotiocianati e polifenoli. Per esempio, il 4-metilsolfanil-3-butenil glucosinolato, è il glucosinolato più abbondante in Raphanus sativus. È stato ben accertato che un modo efficace per ottenere attività antitumorali faciliti i sistemi enzimatici di detossificazione di fase II, come NAD(P)H:chinone ossidoreduttasi 1 (NQO1), glutatione- S- trasferasi e fenolsulfotransferasi, promuovendo così la disintossicazione di metaboliti reattivi di composti cancerogeni. Infatti, numerosi studi hanno dimostrato gli effetti antitumorali dei glucosinolati associati alla promozione di tali attività enzimatiche. https://www.mdpi.com/2072-6643/8/3/156/htm
Infine, prestiamo attenzione al consumo di crucifere crude! Questi ortaggi sono definiti gozzigeni, poiché causano la ridotta produzione degli ormoni tiroidei, in quanto alcuni composti contenuti all’interno di questi chelano lo iodio, microelemento indispensabile nella sintesi di T3 e T4, e non ne permettono la captazione da parte della tiroide, con conseguente aumento delle dimensioni della ghiandola, che è continuamente stimolata dal TSH per la produzione di ormoni tiroidei.
I composti coinvolti sono sempre loro, i glucosinolati; questi vengono attivati dall’enzima mirosinasi, una glucosidasi presente sia nelle cellule vegetali sia nei batteri che compongono la flora batterica dell’intestino umano, che li degrada e li trasforma nei suoi metaboliti gozzigeni. Gli isotiocianati vengono rilasciati in seguito ad un danno degli ortaggi, ad esempio durante la masticazione, la frullatura, la centrifugazione o il pestaggio; questo semplicemente perché il composto e l’enzima mirosinasi, si trovano in due scomparti cellulari differenti della pianta e per produrre il prodotto finale devono incontrarsi.
Le crucifere, quindi, nonostante i benefici che potrebbero dare grazie al contenuto di sulforafano, potente anti-cancro, sono da consumare solo cotte nei soggetti che soffrono di ipotiroidismo, poiché in seguito a cotture ad alta temperatura, l’effetto gozzigeno non si manifesta.
Dott. Francesco Garritano
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