Il cromo sicuramente non è tra gli elementi costitutivi della nostra dieta presi maggiormente in considerazione: è il caso del cromo. Alcuni studi hanno confermato la sua utilità nella modulazione metabolica ed in particolare il suo importante contributo nella gestione di situazioni patologiche come la resistenza insulinica e le malattie dislipidemiche. Ecco a voi l’articolo!
Il cromo (il cui simbolo chimico è Cr) è un metallo che si trova in molte sostanze alimentari e sistemi biologici: è presente in acqua, suolo e sistemi biologici. Tra le forme più stabili di cromo che sono presenti in natura, quello trivalente è considerato un elemento essenziale, sia nell’alimentazione degli animali che nell’alimentazione umana. Già parecchi anni fa alcuni ricercatori si resero conto che, in soggetti con ridotta tolleranza al glucosio, la forma Cr3 + aveva un importante effetto stabilizzante in merito al controllo glicemico nei campioni biologici presi in sperimentazione.
Il cromo (III) è un oligoelemento essenziale che mostra effetti benefici nell’uomo: esso è infatti coinvolto nel metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine principalmente aumentando l’efficienza dell’insulina. La carenza di cromo influisce sul mantenimento della normale tolleranza al glucosio e sul mantenimento di profili lipidici sani all’interno dell’organismo. Viene discusso il ruolo della supplementazione di Cr nei disordini metabolici come il diabete e l’obesità, così come negli organismi sani.
La seconda funzione riguarda l’attività di riduzione sulle placche ateromasiche presenti sulle arterie: sembra che il cromo abbia addirittura la proprietà di scioglierle.
Questa attività sembra essere aumentata dal Magnesio, che sviluppa quindi un’azione sinergica, mentre è contrastata da alti livelli di Rame, il che evidenzia un’azione antagonista.
Una terza funzione è rappresentata dal rafforzamento delle difese anticorpali esplicata dal cromo: si è visto, infatti, come in concomitanza con la diminuzione dei livelli sierici di cromo si è avuta maggiore infiammazione nell’organismo, probabilmente perché viene sequestrato dal sistema immunitario per aumentarne e modularne l’attività. Non a caso, nel mio studio, accanto alla mia dieta antiinfiammatoria, proprongo l’integrazione di cromo picolinato.
Il fabbisogno giornaliero di cromo è valutato in 1 mcg. L’assorbimento intestinale è però molto difficoltoso: ne viene assorbito solo l’1% di quello introdotto con la dieta, rendendo necessario un apporto dietetico di almeno 50-200 mcg/giorno.
Molte volte, infatti, consiglio il cromo ai miei pazienti che soffrono di resistenza insulinica, di diabete mellito, di dislipidemie importanti. Il cromo è un micronutriente molto noto fra i soggetti diabetici proprio per la potenziale capacità di incrementare la sensibilità nei confronti dell’insulina andando ad agire sulla tolleranza al glucosio, come ho detto prima, per alcuni meccanismi importanti: dal punto di vista metabolico, il cromo è stato visto essere in grado di amplificare le azioni dell’insulina grazie al cosiddetto fattore di tolleranza al glucosio, una sostanza a basso peso molecolare che – legandosi all’insulina ed al suo recettore – dà il via a quella che è tutta la cascata di eventi all’interno della cellula che inducono lo spostamento dei GLUT ( trasportatori del glucosio) dal citoplasma fino alla membrana cellulare.
Vi è principalmente un’importante fonte naturale di fattore di tolleranza al glucosio, in cui il cromo si trova legato ad acido nicotinico, ovvero il lievito di birra: una fonte naturale di questo fattore, in cui il cromo si trova legato ad acido nicotinico e glutatione, è rappresentata dal lievito di birra.
Sotto forma di integratore, il cromo si trova come sale picolinato (cromo + acido picolinico), e i dosaggi di cromo picolinato che si ritrovano per trattare i processi patologici da dislipidemie e alterata resistenza insulinica sono nell’ordine dei 600-1000 mcg/die (microgrammi al giorno), e alle dosi standard di impiego non si segnalano effetti collaterali rilevanti.
Dott. Francesco Garritano