Se noi ci pensiamo bene, i nostri antenati, gli uomini primitivi, non aveva certo l’abbondanza di carboidrati e zuccheri raffinati che abbiamo oggi, ma la loro alimentazione era più improntata sul consumo di proteine, frutta e verdura. Quindi, come dico sempre ai miei pazienti, per mantenere la calma insulinica bisogna consumare cibi il meno raffinati possibili, preferendo l’integrale e ai carboidrati bisogna sempre associare la giusta quantità di proteine. Un’altra regola importante è quella di consumare frutta con la buccia o verdura cruda prima dei pasti, in modo tale da creare una maglia di fibre (importanti anche per un microbiota in salute, come vedremo più avanti) che trattiene gli zuccheri.
Gli zuccheri, infatti, sono dei disturbatori endocrini poiché stimolano la produzione di insulina che è l’ormone pro-infiammatorio per eccellenza e, a causa dell’eccessiva produzione di insulina si viene ad instaurare una situazione di insulino-resistenza che induce iperglicemia associata ad attivazione della perossidazione lipidica con prodotti di glicazione e lipossidazione proteica, aumento dei radicali liberi e conseguente danno cellulare; ha effetto sull’inibizione dell’NO sintetasi riducendo così l’azione di detossificazione dei radicali liberi, vasocostrizione e conseguente ipossia tissutale e danno endoteliale.
Un altro disturbatore endocrino è l’esposizione del nostro organismo sempre agli stessi alimenti, come avviene per il glutine, ad esempio, in cui si avrà lo sviluppo di una gluten-sesitivity, come vedremo in maniera più approfondita nella parte riguardante la Leaky Gut Syndrome.
Da non sottovalutare lo sport! Ritornando sempre ai nostri antenati, loro erano cacciatori e di sicuro non c’era la sedentarietà che abbiamo oggi. Lo sport è importante per abbassare la glicemia perché induce l’esposizione dei recettori per il glucosio a livello muscolare senza, però, stimolare la secrezione dell’insulina.
Per capire al meglio come gestire la leptina dobbiamo anche considerare i disturbatori endocrini della leptina.
Quali sono i disturbatori endocrini?
I disturbatori endocrini sono delle sostanze che interferiscono con il normale ciclo dei nostri ormoni e li ritroviamo nell’acqua, nell’aria, nelle onde elettromagnetiche della tecnologia, la resistenza insulinica è anche un disturbatore che, come abbiamo visto, è strettamente connessa alla leptina, una vita troppo sedentaria come anche un eccesso di sport e tanti altri.
Quale altro prodotto del tessuto adiposo influisce sul sistema immunitario?
Il tessuto adiposo è ormai ampiamente riconosciuto come un vero e proprio organo endocrino, cioè un organo in grado di secernere numerose molecole. Nei casi di iperplasia e ipertrofia del tessuto adiposo, condizione in cui si ha aumento del numero e del volume delle cellule di grasso, si ha attivazione macrofagica, insufficiente vascolarizzazione, ipossia a cui segue lo stimolo infiammatorio, in particolare questa azione pro-infiammatoria è dovuta al rilascio di molecole che richiamo macrofagi (MCP-1); attivando i macrofagi si avrà maggiore produzione di citochine infiammatorie (TNF-α, IL-6, PAI-I, TGF-β, IL-1). L’adipocita, in condizioni di alterazione, riduce anche la produzione di adipochine antinfiammatorie come:
Adiponectina: La sua azione anti-infiammatoria avviene attraverso AMP-chinasi e riduzione di PPAR, bloccando la via angiotensina-aldosterone-ET1-NF-kB.
Resistina: Quando il nostro organismo sta combattendo contro un agente estraneo, come abbiamo visto prima, una delle cellule che lotta è il macrofago. I macrofagi, insieme alla loro azione nel fagocitare l’agente estraneo, producono la resistina. Questo ormone agisce andando a bloccare i recettori dell’insulina inducendo, appunto, insulino-resistenza (infiammazione) e quando è associato a ipertensione arteriosa riduce la produzione di NO, aumenta quella dell’angiotensina II con conseguente vasocostrizione, aumento dell’aldosterone e ritenzione di sodio a livello renale, aumenta il cortisolo e di altre molecole infiammatorie.
Vediamo altri ormoni che modificano il nostro sistema immunitario
Cortisolo
Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali ed è, per eccellenza, l’ormone dello stress che, quando viene attivato ha molteplici effetti negativi, e lo stress è all’ordine del giorno nella vita moderna!
Vediamo i suoi effetti sull’organismo: come abbiamo visto prima, il cortisolo dovrebbe spegnere la risposta immunitaria, ma se questo è alterato, anche il sistema immunitario ne risente. Ma la sua azione non si ferma qui:
- Ha azione diretta sul sistema immunitario stimolando i linfociti T helper;
- ha azione sul metabolismo glicolipidico con conseguente iperglicemia e ipercolesterolemia endogena;
- riduce la produzione del collagene e della matrice ossea accelerando l’osteoporosi;
- induce catabolismo proteico comportando sarcopenia e incremento dell’adiposità viscerale;
- ha azione neurocatabolica;
- altera la produzione di ormoni sessuali, quindi testosterone, estrogeni e progesterone;
- altera gli ormoni tiroidei;
- ha azione sinergica con altri ormoni infiammatori dell’asse aldosterone-renina angiotensina (aumenta la produzione del mineralcorticoide con conseguente incremento della ritenzione idrica per assorbimento di sodio e perdita di potassio).
Quando aumenta il cortisolo?
Fattori che possono aumentare il cortisolo sono, non solo banalmente una giornata stressante, ma anche attività fisica intensa, digiuno prolungato, ed anche sbalzi del ciclo sonno-veglia.
Non pensiamo, però, che il cortisolo sia solamente negativo, infatti i suoi livelli seguono dei ritmi circadiani e, nelle giuste quantità, contribuisce nel mantenere l’omeostasi dell’organismo. Il problema sussiste quando è cronicamente elevato, poiché induce nel nostro organismo una situazione di “fuga” modificando, quindi, il metabolismo del glucosio: per fuggire abbiamo bisogno di energia! (Così ragiona il nostro organismo). Questa condizione, a lungo andare, instaura una situazione di insulino-resistenza e, come abbiamo visto prima, essendo insulina e leptina strettamente correlate, ritroviamo la condizione di leptino-resistenza.
I livelli di cortisolo seguono un ciclo circadiano, ad esempio sono minime la mattina appena svegli e aumentano durante il giorno. Ma non solo il cortisolo ha questo andamento, ma tutti gli ormoni prodotti dall’ipotalamo. Anche il microbiota intestinale segue dei ritmi circadiani, infatti ogni giorno mi impegno a far capire ai miei pazienti l’importanza di rispettare la crononutrizione, di non saltare mai i pasti e di rispettare ciò che gli antichi dicevano “colazione da re, pranzo da principe e cena da povero”.
Come tenere a bada il cortisolo?
Sicuramente per la questione insulina/leptina valgono i consigli accennati prima. Ma per il cortisolo non basta questo! Bisogna migliorare sicuramente il sonno, quindi evitare a cena tutti gli alimenti eccitanti, evitare anche i carboidrati, non andare a dormire troppo tardi e non addormentarsi con luci di tv o cellulari in quanto disturbano il sonno. Bisognerebbe anche evitare l’attività fisica troppo tardi la sera perché aumenterebbero i livelli di adrenalina e disturberebbero il nostro sonno.
Prolattina
Prodotta dall’ipofisi anteriore, ha la funzione di promuovere l’allattamento e lo sviluppo della ghiandola mammaria nella gravidanza. In condizioni alterate inattiva l’asse tiroideo, altera l’asse dell’aldosterone con conseguente ritenzione idrica; altera gli ormoni estrogenici e progestinici con alterazioni del ciclo mestruale; provoca anche neuroinfiammazione con alterazione del sonno e dell’umore.
Ormone tiroideo
In particolare fT3 o triiodiotironina che oltre ad avere azione sinergica con l’asse dello stress ACTH-cortisolo, esso risponde anche a fattori metabolici, ormonali e immunitari come anemia, iperprolattinemia, situazioni di autoimmunità come celiachia.
Melatonina
Svolge un ruolo antinfiammatorio grazie all’azione antiossidante, una regolazione tra cervello, apparato endocrino e sistema immunitario mediante la sintesi di una proteina chiamata MIO (simile alle endorfine) la quale svolge azione stimolante nella produzione di IL-10 con azione antinfiammatoria; sopprime il cortisolo nelle situazioni di stress.
Interleuchina-1 (IL-1)
Ha effetto su CRH stimolando l’asse dello stress; incrementa l’ormone della crescita e la prolattina; riduce la funzione della tiroide e delle gonadi; aumenta il consumo di dopamina, norandrenalina, serotonina. Elevati valori di IL-1 a livello cerebrale sono associati a depressione e disturbi del comportamento alimentare. Come abbiamo visto prima anche la riduzione di serotonina aumenta i disturbi dell’umore
Come influisce l’epigenetica?
Solo il 25-30% del nostro patrimonio genetico rimane immodificato, il restante 70-75% è fortemente condizionato dall’ambiente circostante. In questi termini, anche i gemelli omozigoti possono considerarsi diversi. Tra i fattori dello stile di vita in grado di modificare in senso epigenetico il nostro stato di salute sono alimentazione, attività fisica, stress psicologico, assunzione di farmaci, esposizione a inquinanti.
Negli ultimi anni le ricerche si sono incentrate sulla correlazione delle modificazioni epigenetiche e insorgenza di malattie infiammatorie croniche dell’intestino, in particola RNA non codificanti e metilazione del DNA. Da questi studi è comunque emerso che la genetica da sola non basta nell’insorgenza di queste patologie. Ѐ stata studiata la differente espressione dei mi-RNA nei pazienti sani e in quelli affetti da patologie infiammatorie dell’intestino e, inoltre, i micro-RNA nel sangue periferico sono stati suggeriti come biomarcatori nella diagnosi di queste patologie.