La donna è più esposta all’infiammazione di basso grado: vediamo perché!

La donna è più esposta all’infiammazione di basso grado: vediamo perché!

La donna è più frequentemente esposta alle malattie infiammatorie di basso grado rispetto all’uomo. Questo è legato a differenti fattori, sia di carattere ormonale che genetico. In seguito ad alcune evidenze scientifiche, voglio parlarvi delle cause e dei meccanismi che si possono trovare alla base di quest’incidenza. Buona lettura!

Si sente spesso parlare del perché nelle donne le malattie autoimmuni insorgano maggiormente rispetto a quanto non accade invece nel sesso maschile. Esse possono nell’età compresa tra i 20 e i 50 anni, ma anche nelle altre fasce di età si possono presentare. Gli uomini, invece, detengono un posto nella classifica statistica più basso: da qui già possiamo capire qualche informazione in più per individuarne la causa.

Sistema immunitario, stati fisiologici nella donna ed ormoni

In primis, le ricerche hanno evidenziato  alcune cause proprio nella correlazione tra produzione ormonale, sistema immunitario e metabolismo. Sovrappeso, resistenza insulinica, alterazioni ormonali: se si fa caso a queste problematiche, vediamo bene che l’incidenza diventa maggiore nel sesso femminile, soprattutto in correlazione a problemi quali irregolarità del ciclo, amenorree, ovaio policistico (di cui ho già discusso in un altro articolo che potrete leggere sul seguente link), e la stessa correlazione la ritroviamo anche con comparsa di allergie, malattie infiammatorie non solo acute ma anche di basso grado.
Inoltre è importante evidenziare che, nella donna, durante il periodo di ciclicità mensile, e anche durante la gravidanza (soprattutto nelle fasi iniziali), il sistema immunitario è costretto ad affievolire la sua efficacia, proprio perché, secondo un meccanismo fisiologico, bisogna permettere la crescita delle prime cellule embrionali senza eventualmente rischiare di incappare in un attacco da parte delle cellule di difesa nei confronti dell’embrione: per impiantarsi e svilupparsi nell’utero materno, deve  attivarsi e mantenersi fin dalle prime fasi della gravidanza un fenomeno di immunotolleranza per far in modo che il sistema immunitario, che si occupa di combattere e rifiutare qualsiasi  sostanza o tessuto estraneo all’ organismo, venga accettato.
Chi controlla la risposta immunitaria è il triptofano che nel corpo della donna, a differenza che nel corpo maschile, si deve abbassare ciclicamente nel periodo di massima fertilità del ciclo per evitare che in caso di concepimento gli anticorpi possano attaccare il feto.
Il triptofano, precursore importante della serotonina, è coinvolto nella risposta immunitaria proprio perché la serotonina, come sappiamo bene, è in grado di regolare l’azione di numerose cellule difensive come quelle T. Nel momento di massima fertilità del ciclo, i livelli di triptofano si abbassano, si abbassano anche le difese immunitarie, il microbiota intestinale va in disbiosi e il triptofano viene eliminato sotto forma di scatolo. In questo modo, si riduce la risposta immunitaria e se la donna rimane incinta, il suo sistema immunitario non può attaccare il feto. Una volta superata questa fase, la donna esce dalla condizione di disbiosi intestinale e l’efficienza del sistema immunitario risale.
Quindi, il sistema immunitario femminile deve andare prima in disbiosi per abbassare ciclicamente le difese, e poi rientrare nelle condizioni di partenza.

Sistema immunitario e genetica nella donna

La prevalenza di malattie autoimmuni è maggiore soprattutto nelle donne di età media, come ho detto prima, in corrispondenza del periodo attivo di ovulazione, proprio per il fatto che si ha una maggiore influenza degli ormoni femminili. Se da un lato gli ormoni maschili, al cui capostipite troviamo il testosterone, vanno a favorire la comparsa di allergia e infiammazioni acute, inversamente gli ormoni femminili indirizzano la donna ad essere maggiormente predisposta verso lo sviluppo di reazioni del sistema immunitario maggiori risetto all’uomo e verso lo sviluppo di infiammazioni di basso grado con andamento cronicizzante: questo è stato rilevato anche per il fatto che sul cromosoma X della donna ci sono porzioni geniche che trascrivono per fattori che favoriscono maggiormente l’intervento del sistema immunitario verso svariate forme di condizioni, fisiologiche e non, e si spiega così il motivo per cui nella donna troviamo una netta prevalenza di fenomeni autoimmuni.

Difendersi naturalmente!

Tuttavia non bisogna disperarsi. Con uno stile di vita corretto e controllato, è possibile controllare gli imput ormonali, la resistenza insulinica, le allergie e la riposta immunitaria, seguendo delle piccole ma importanti accortezze. Agire sull’alimentazione riducendo i livelli di infiammazione da cibo con una dieta di rotazione settimanale personalizzata sul proprio profilo alimentare è uno dei meccanismi più utili per agire stimolando il metabolismo in modo da ridurre l’accumulo di liquidi, modulare la resistenza insulinica periferica e mobilizzare le riserve di grasso. Quindi, avere delle abitudini alimentari il più possibile corrette nella propria quotidianità è uno stimolo positivo anche per il benessere della nostra mente e controllare l’infiammazione, sia rispettando il proprio profilo personale che tramite un corretto stile di vita, non può che essere di ulteriore supporto per vivere una vita non solo sana, ma anche serena. Ricordiamoci che è molto importante ridurre gli zuccheri semplici, le farine raffinate, ed evitare tutto ciò che possa sviluppare insulino-resistenza e sviluppo di infiammazione da cibo. Alternare nella propria dieta fonti di proteine quali pesci e uova in prevalenza, a seguire carni bianche e frutta secca, e cercare di evitare tutti quei cibi che aumentano il grado di infiammazione. E’ essenziale l’associazione di tanta frutta  verdura, prevalentemente crude, piena di sostanze anti-ossidanti, minerali e vitamine, ed è inoltre importante integrare omega-3, anti-infiammatorio naturale, e bere più di 2 L di acqua al giorno. Infine, cereali integrali, tuberi e legumi contenenti proteine a scarso valore biologico, ma ricchi in fibre, ferro e calcio e fondamentali a fornire energia, con un basso impatto sull’andamento glicemico giornaliero. Bisogna sempre partire con una colazione abbondante e carica in nutrienti, un pranzo saziante e una cena leggera, ricordandosi di seguire le giuste ripartizioni tra proteine, carboidrati e fibre, ed è importante seguire la crononutrizione e rispettare i ritmi circadiani. Per concludere, l’attività fisica deve essere sempre presente, perché un corpo attivo è un corpo che funziona bene!

Dott. Francesco Garritano

Fonti bibliografiche:

  • Wei J et al., Hormonal factors and incident asthma and allergic rhinitis during puberty in girls. Ann Allergy Asthma Immunol. 2015 Jul;115(1):21-27.e2.

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