Prendendo spunto dal mio secondo libro, sulla Tiroidite di Hashimoto, vorrei spiegarvi come mai i valori degli anticorpi anti-tiroide oscillano durante il decorso della patologia. Ma come si modula l’aumento o l’abbassamento degli anticorpi? Cercherò di spiegarvelo semplicemente in questo articolo. Buona lettura!
La tiroidite di Hashimoto e gli anticorpi contro il self
La tiroidite di Hashimoto è una patologia di cui mi occupo da un po’ di tempo ormai, ho creato anche un gruppo su Facebook, dove chi è affetto dalla patologia può confrontarsi con altre persone e ricevere informazioni che pubblico costantemente. Viene definita patologia autoimmune poiché il sistema immunitario attacca tramite gli anticorpi anti-Tireoglobulina ed anti-Tireoperossidasi la tiroide, danneggiandola e non permettendo la sintesi degli ormoni T3 e T4.
Le cause della patologia possono essere differenti, dalla predisposizione genetica alla permeabilità intestinale, passando anche per le infezioni virali, ma il punto che accomuna tutte le cause è l’infiammazione: maggiore sarà l’infiammazione, maggiore sarà l’attacco degli anticorpi.
Solitamente ai miei pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto consiglio di seguire alcune linee guida alimentari che mirano al debellare l’infiammazione, in modo da far abbassare il livello anticorpale e, di conseguenza, i sintomi. Normalmente la tiroidite si manifesta in diversi stadi, classificati in base alla funzionalità tiroidea:
- Fase di eutiroidismo: i valori degli ormoni tiroidei sono ottimali
- Tireotossicosi transitoria da distruzione tiroidea: vengono rilasciate dalla tiroide copiose quantità di T3 e T4 in seguito alla distruzione dei follicoli tiroidei generata dagli anticorpi;
- Ipotiroidismo subclinico: il valore di TSH è alto mentre T3 e T4 sono normali;
- Ipotiroidismo clinico o manifesto: il valore di TSH è alto e T3 e T4 sono bassi.
Ogni fase dimostra, quindi, come variano gli anticorpi nel tempo. Se gli anticorpi anti-TPO sono presenti nel 95% degli individui con tiroidite di Hashimoto, gli anticorpi anti-Tg si riscontrano in una percentuale inferiore di soggetti. Inizialmente a risultare più alti sono gli anticorpi anti-Tireoglobulina, indicano appunto l’esordio della patologia, mentre in seguito ad innalzarsi saranno gli anticorpi anti-Tireoperossidasi, che risulteranno alti durante tutto il decorso della patologia. Solitamente, più alti sono gli anticorpi, più lenta sarà la ghiandola tiroidea e minore sarà il valore di T3 e T4.
Riduzione del valore degli anticorpi e negativizzazione
In una sperimentazione fatta nel mio studio su diversi pazienti, seguendo alcune linee guida consigliate per una dieta antinfiammatoria, si sono verificati risultati efficienti sia a livello anticorpale che a livello sintomatico. Infatti, è stato dimostrato come abbassando l’infiammazione, soprattutto la low grade inflammation legata al cibo, i valori degli anticorpi anti-tiroide si sono abbassati, spesso anche negativizzati quando la tiroidite è stata trattata agli esordi della patologia.
Viceversa, se la patologia non viene trattata nel modo più adeguato l’infiammazione continuerà a minacciare l’organismo e la tiroide, mantenendo alti i valori anticorpali. Infatti, non sono rare le persone che pur avendo asportato la tiroide, dosando il valore degli anticorpi, questi risultano ancora alti, poiché l’infiammazione non è stata debellata.
Per verificare se vi è qualche cibo che ci infiamma particolarmente dovremmo sottoporci al test delle food sensitivities, in grado di indicare particolari reattività a determinate categorie alimentari. Riducendo la quantità di questi alimenti e ruotandoli durante la settimana, il nostro organismo li tollererà di nuovo e questi non genereranno più infiammazione. Esistono anche altri alimenti definiti proprio infiammatori, come ad esempio gli zuccheri ed i latticini, che non consentono il mantenimento della calma insulinica, altri ancora che generano infiammazione a livello intestinale, che dovranno essere presi in considerazione.
Quindi, il problema delle patologie autoimmuni, in particolare della tiroidite di Hashimoto è l’infiammazione, per cui eliminando il problema dall’origine, un soggetto che soffre di questa patologia avrà solo benefici ed i sintomi saranno avvertiti sempre meno.
È arrivata l’ora di spegnere l’incendio!
Dott. Francesco Garritano
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