Con questo articolo voglio parlarvi dei processi infiammatori intestinali, morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa, e di quali possono essere i segnali che, attraverso il cibo, ci fanno capire che ci sono degli errori nell’alimentazione e nello stile di vita a cui consegue poi un’infiammazione del tratto gastro-intestinale. Buona lettura!
Processi infiammatori intestinali: Morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa
Sono davvero molti i pazienti che giungono nel mio studio presentando alcune patologie che interessano il tratto gastro-intestinale, quali il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa. Sono malattie ben note e molto importanti ai fini delle condizioni di salute del soggetto che ne soffre.
Il morbo di Crohn è un’altra malattia autoimmune, oltre a quelle che conosciamo bene e di cui vi parlo nei miei post e nei miei articoli, che ha soprattutto conseguenze a livello gastroenterico. La malattia di Crohn è una patologia infiammatoria cronica intestinale (MICI) che è caratterizzata da una sintomatologia che comprende sia il distretto intestinale che quello extraintestinale. Come anche la rettocolite ulcerosa, sono caratterizzate dall’avere una base infiammatoria, a differenza della sindrome del colon irritabile, che è invece un problema di mobilitazione intestinale. A livello dell’intestino il danno può avvenire in qualunque tratto del tratto gastroenterico, ovvero dalla bocca fino all’ano, con una particolare maggioranza di casi che vede la malattia interessare di più i tratti dell’ileo e del colon e meno i tratti dell’apparato digerente superiore. Infatti, circa per il 35% dei casi la patologia riguarda l’ileo (ileite), per il 45% dei casi coinvolge ileo e colon (ileocolite) con una certa predilezione per il lato destro del colon, il 20% dei casi colpisce solo il crasso, quindi il colon (colite granulomatosa) e risparmia il retto; mentre, come ho già detto prima, raramente la zona colpita è quella alta dell’intestino (esofago, stomaco, duodeno, digiuno).
La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI), che in primis coinvolge il retto e successivamente può estendersi al restante tratto del colon in maniera parziale o anche totale. La caratteristica principale di questa patologia è la presenza di lesioni ulcerose che vanno a generare tutta la sintomatologia della malattia, con un andamento della patologia caratterizzato dall’alternarsi di periodi di maggiore acuità e periodi di miglioramento; tuttavia, con l’avanzare del tempo, i periodi di benessere tendono sempre più a diminuire.
Processi infiammatori intestinali e ipersensibilità alimentari
Per trattare una forma infiammatoria intestinale è indispensabile capire il livello di infiammazione, affiancando agli eventuali farmaci scelte dietetiche che devono sempre essere personalizzate e mai “standard”.
Una persona può avere la colite perché mangia troppo glutine, un’altra perché mangia troppi latticini o troppe sostanze lievitate. Una dieta “standard” troverà sempre dei limiti applicativi perché ogni persona è diversa e perché è stato già documentato, a esempio, che in Europa i cibi più spesso coinvolti sono glutine, latte e lieviti, mentre per la stessa malattia, in Cina, i cibi coinvolti sono riso, soia e mais. Non è colpa del singolo cibo, ma di come ogni persona se ne nutre. La lettura delle IgG secondo questo criterio è suggerito anche dal Ministero della Salute, nel suo recente documento sulle reazioni alimentari, in cui segnala che le Immunoglobuline G alimento-specifiche sono semplicemente l’espressione dell’uso di un alimento e non possono indicare una qualsivoglia “allergia”, come purtroppo fanno molti dei test IgG attualmente in commercio. Alcuni importanti test di ipersensibilità alimentari, di cui dispongo in studio, evidenziano la presenza di IgG elevate per un grande gruppo alimentare o per un singolo alimento è espressione di eccesso di uso e mai di allergia.
Consigli pratici nella nutrizione
Da specialista in malattie autoimmuni e nutrizione clinica, quello che consiglio per la rettocolite ulcerosa è prestare attenzione allo stile di vita, alle abitudini alimentari ed evitare i fattori che scaturiscono infiammazione :
- Mangiare con regolarità porzioni adeguate di cibo, senza esagerare con le quantità, in modo da ridurre il carico sull’apparato digerente e favorendo la digestione;
- Ridurre l’assunzione di grassi omega 6 incrementando, invece, il consumo di grassi omega 3;
- Eliminare gli zuccheri semplici, gli edulcoranti ed i carboidrati raffinati dalla propria dieta;
- Eliminare latte e derivati dalla propria dieta, avendo un alto indice insulinico, favoriscono l’infiammazione;
- Evitare i cibi conservati e semi-lavorati;
- Eliminare i cibi speziati e piccanti;
- Limitare il consumo di frutta secca e semi;
- Eliminare le fritture e prediligere metodi di cottura soft;
- Non eliminare completamente l’uso di fibra vegetale: nelle fasi acute evitare la frutta ad alto contenuto di fibra solubile, i legumi, e verdura come ad esempio i cavoli e cavolini di Bruxelles. È fondamentale una reintroduzione molto graduale, valutandola con eventuali effetti collaterali iniziali come per esempio meteorismo, scariche più frequenti, dolori addominali;
- Eliminare bevande gassate e sostanze nervine irritanti la mucosa gastrica (the, caffè).
L’obiettivo finale è sempre quello di ridurre l’infiammazione e di consentire una dieta varia, completa e, aggiungo io, sempre piacevole.
Dott. Francesco Garritano
Fonti bibliografiche:
- Limketkai BN et al., Dietary interventions for induction and maintenance of remission in inflammatory bowel disease. Cochrane Database Syst Rev. 2019 Feb 8;2:CD012839.
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