Quando il nostro intestino è sottoposto a stress, è infiammato, permea male le sostanze che vi passano attraverso, e da esso possono scaturire svariate conseguenze patologiche di natura generalizzata ma soprattutto autoimmune. Ecco come intervenire per ripristinare la salute intestinale!
Intestino e infimmazione
Come già sappiamo, l’intestino è l’organo più esposto all’ambiente esterno, ed è soggetto maggiormente a patologie rispetto agli altri organi; in più, esso risente di numerose cause di squilibrio che possono perturbarlo. Infatti, i fattori in grado di generare infiammazione a livello dell’intestino:
- cattivo sonno
- problemi di alterata acidità dei succhi gastrici
- deficit di produzione ormonale delle ghiandole endocrine
- errata masticazione
- stress
- ansia
- depressione
- zuccheri raffinati e farine raffinate
- oli trans-idrogenati
- grassi di cattiva qualità
- assunzione non moderata di latticini e glutine
- sale
- metalli pesanti
- grassi di cattiva qualità
- abitudinarietà e sedentarietà
- mancanza di sport
- alterazioni del proprio orologio biologico
- inquinamento ambientale
- fumo
- xenobiotici e prodotti OGM
Anche i farmaci modificano negativamente l’equilibrio intestinale: basti pensare, ad esempio, gli antibiotici che sono in grado di distruggere la nostra flora batterica intestinale (i cosiddetti “batteri amici”), che apportano abbassamento delle difese immunitarie con conseguente infiammazione cronica, anomala permeabilità intestinale, insorgenza di deficit patologici di natura autoimmune e SIBO (Sindrome da sovraccrescita batterica del tenue); per non parlare degli effetti negativi generati dall’assunzione degli antiacidi, utilizzati principalmente per contrastare il reflusso: essi sono in grado di nuocere alla regolare funzionalità gastrica, danneggiando lo stomaco e attaccando gli enzimi digestivi, generando numerosi problemi intestinali tra cui sovraccrescita di lieviti, problemi di natura autoimmune, incompleto assorbimento di amminoacidi con associazione di carenze nutrizionali.
La condizione più allertante a livello intestinale è l’alterata permeabilità intestinale in cui le proteine non correttamente digerite, le tossine e i microbi passano in modo anomalo e non controllato attraverso la parete intestinale: da qui la genesi di ipersensibilità alimentare, malattie infiammatorie croniche e malattie autoimmuni.
Di fronte ai casi patologici di infiammazione a livello gastrointestinale con manifestazioni cliniche di tipo autoimmune dovute ad un’alterata permeabilità intestinale, propongo un protocollo efficace in grado di trattare l’intestino malfunzionante e permettere un recupero della selettività endoteliale e della protezione intestinale. Questo protocollo si basa su quattro fasi, in realtà simultanee tra loro, che consistono nell’ELIMINARE le sostanze negative (1), nel REINTEGRARE le sostanze benefiche per il nostro intestino (2), nel REINTRODURRE i batteri intestinali amici (3) e nel CORREGGERE il danno presente a livello della membrana intestinale con l’assunzione di particolari integratori(4).
Fase dell’ELIMINAZIONE
E’ importante procedere con l’eliminazione degli alimenti che contribuiscono ad aumentare la permeabilità intestinale e alla distruzione dell’ambiente gastrointestinale, mediante la rimozione degli alimenti pro-infiammatori quali i latticini, il glutine, gli zuccheri, le solanacee, le granaglie, i legumi, le uova, i cibi raffinati e processati industrialmente ed anche bombardati di addensanti, conservanti, edulcoranti, alcol e caffeina: questi fattori, uniti anche a quelli elencati sopra, acuiscono l’infiammazione e la disregolazione dell’apparato gastrointestinale. E’ infatti importante badare anche all’eliminazione dei fattori pro-infiammatori che non dipendono solamente dalla nutrizione: ne è la prova che, in studio, alcuni pazienti riferivano di seguire in maniera puntuale un piano alimentare per trattare il loro problema, eppure non riscontravano evidenze di miglioramento: il quid in più, che determina poi l’importanza dell’intero trattamento, stava proprio nell’adeguare e modulare le proprie abitudini di vita quotidiane alla nutrizione, e solo queste due insieme rappresentano l’accoppiata vincente per giungere a soddisfacenti risultati; infatti proprio codesti pazienti hanno avuto sostanziali miglioramenti dovuti alla diminuzione dello stato infiammatorio del nostro intestino solamente quando si sono resi conto che necessitava prendersi cura di se stessi a 360 gradi e non solo ricalcando l’attenzione su singolari aspetti.
Addirittura si è visto come anche un’assunzione non controllata di vitamina K nei pazienti ammalati con intestino infiammato e SIBO sia alla base di un’ulteriore peggioramento della salute intestinale per via di una condizione definita coagulopatia reattiva.
Solo in seguito alla rimozione dalla dieta di questi fattori negativi è possibile assistere ad una prima fase di ripresa del benessere dovuto a diminuzione dello stato infiammatorio.
Fase della REINTEGRAZIONE
Dopo aver eliminato i fattori correlati alla genesi dell’infiammazione, è necessario provvedere al miglioramento dei processi di digestione e di assorbimento in modo da ripristinare la funzionalità delle strutture gastrointestinali: lo si fa reintegrando gli enzimi digestivi attraverso l’assunzione di integratori, permettendo così al cibo introdotto di essere digerito meglio ed essere assorbito in maniera corretta, evitando eventuali stati di malnutrizione. Inoltre, in questo modo si può riequilibrare la funzionalità delle cellule ossintiche in modo da avere una corretta produzione dei succhi gastrici e del fattore intrinseco, indispensabile per l’assorbimento della vitamina B12 nel nostro orgnanismo.
Ottimi integratori a base di enzimi digestivi sono:
- Capsule a rilascio di pancrelipasi (CREON) che ha dimostrato efficacia, tollerabilità e sicurezza nell’organismo: questa formulazione contiene in forma concentrata il principio attivo pancreatina costituita dagli enzimi lipasi, amilasi e proteasi, importanti per la digestione degli alimenti.
- L’integratore Enzitasi contenente enzimi digestivi a base di alfa-galattosidasi, cereali fermentati e maltodestrine fermentate, che sono ottimi elementi di ripristino della capacità digestiva e di assorbimento dei nutrienti in un soggetto infiammato e debilitato a livello gastrointestinale con malattia autoimmune.
Digerire e assorbire correttamente gli alimenti è alla base del recupero e del rafforzamento del sistema immunitario debilitato.
Fase della REINTRODUZIONE
Nel nostro intestino è presente la flora batterica, ovvero i nostri batteri “amici”, in grado di assolvere alle funzioni di protezione e nutrimento per esso stesso ma anche di produzione di alcune importanti vitamine e aminoacidi per le funzioni del nostro organismo.
Questi batteri possono essere indeboliti da farmaci, dall’alimentazione scorretta, dal fumo, dai farmaci antiacidi e dai composti steroidei, dallo stress, da tutti i fattori di cui abbiamo già parlato che sono in grado di generare infiammazione.
Durante la gravidanza l’intestino del feto è perfettamente sterile, ma subito dopo la nascita viene colonizzato da miliardi di batteri. Essi si insediano a livello intestinale, entrando dall’esterno attraverso la bocca e l’ano. E’ consigliato, infatti, sempre promuovere il parto naturale anziché quello cesareo poiché proprio il passaggio del feto attraverso il canale vaginale comporta il primo contatto con i microrganismi amici che, insieme con una buona fase di allattamento che sostiene i bifidobatteri, rinforza da subito il sistema immunitario del bambino. I primi mesi di vita sono molto importanti per costruire una popolazione batterica florida ed equilibrata.
La flora batterica, quando è sana, è in perfetta simbiosi con l’organismo.
Nei casi in cui un paziente si presenta con intestino infiammato e Leaky Gut Syndrome (ovvero l’intestino eccessivamente permeabile alle sostanze), quindi con fenomeni patologici di autoimmunità, la flora batterica intestinale è fortemente destabilizzata. Dopo aver curato le fasi di eliminazione e correzione precedentemente discusse, propongo di far assumere i probiotici attraverso capsule e polveri, che permettono di dare nuovo vigore ai batteri indeboliti. Ma non solo dall’integrazione probiotica è possibile ottenere questo rinforzo della flora batterica: anche attraverso l’assunzione di alimenti fermentati come le verdure fermentate, lo yogurt vegetale, il kefir (una tipologia di latte fermentato), i salcrauti, il kimichi (cavolo coreano marinato) sostengono bene la nostra flora intestinale. Inoltre, questi alimenti dispongono di zuccheri e fibre che alimentano e danno forza ai batteri “amici”, ovvero si dice che svolgono la funzione di “prebiotici”.
Occorre però che si presti attenzione ad un fattore importante: se il nostro intestino è affetto anche dalla SIBO, in questo modo andiamo a nutrire i batteri sani o i batteri patogeni?
Ebbene si.
La SIBO consiste in una diminuzione del numero di batteri vantaggiosi, in cui l’equilibrio della microflora batterica si spezza e si parla di disbiosi. In simili condizioni si assiste ad una iperproliferazione di patogeni a livello intestinale.
Ci sono alcuni fattori predisponenti alla SIBO tra cui l’ipocloridria, che è una condizione di riduzione della secrezione dei succhi gastrici dello stomaco: essa è rilevabile attraverso il gastropanel, che costituisce un utile strumento per verificare l´esistenza del problema. Cambiando le condizioni nutrizionali o intestinali del soggetto, cambiano anche le risposte del gastropanel.
Nelle persone che soffrono d’ipocloridria sono presenti nel sangue alti livelli di gastrina; quest’ormone viene secreto allo scopo di aumentare la secrezione acida dello stomaco per favorire la digestione. Come la gran parte degli ormoni, infatti, anche la gastrina è soggetta ad un meccanismo feed-back, per cui quando l’acidità gastrica diminuisce aumenta di riflesso il suo rilascio, e viceversa.
Se ci troviamo di fronte ad una condizione di disbiosi, somministrando i probiotici andremo a nutrire i batteri patogeni anziché quelli amici, peggiorando la situazione. In situazioni in cui si presenta SIBO oltre all’autoimmunità da Leaky Gut Syndrome, propongo che questa fase di reintroduzione dei probiotici avvenga solo in seguito a quando ci si è assicurati che l’intestino non contiene più batteri patogeni: si ha questa consapevolezza quando, curata la fase di eliminazione dei fattori pro-infiammatori e l’integrazione di enzimi digestivi, si ha maggiore benessere.
Sarà allora che si può iniziare a reintegrare i batteri sani.
Studi hanno confermato che l’uso di probiotici contenenti lactobacillus rhamnosus e bifidobacterium lactis sono in grado di promuovere efficacemente il miglioramento dello stato infiammatorio intestinale e di ristabilire l’equilibrio della flora batterica destabilizzata. E’ importante, quindi, selezionare accuratamente la scelta del probiotico in base al contenuto dei ceppi batterici in questione.
Fase della CORREZIONE
E’ ora di procedere alla correzione del danno alla membrana intestinale dovuto all’infiammazione: sono necessari alcuni integratori a base di L-glutamina, un aminoacido che va a ricostruire la barriera endoteliale intestinale, a base di Omega-3 (che riduce lo stato infiammatorio) e a base di radice di liquirizia e di aloe vera, che contribuiscono ad attenuare l’infiammazione, per assicurare così il processo di completo trattamento delle patologie di derivazione gastrointestinale.
Accanto all’integrazione di questi fattori ricostituenti è possibile massimizzare gli effetti positivi del trattamento attraverso la nutrizione: importanti alimenti legati alla cura dell’infiammazione intestinale contenenti buone quote di l-glutamina sono l’uovo, alcuni fermentati di origine animale, come il miso, la carne rossa e l’estratto di ossa (in brodo), la frutta secca e alcune verdure verdi quali il prezzemolo o gli spinaci. I pesci grassi, pesce azzurro, frutti di mare, frutta secca, semi di lino e olio extravergine di oliva contengono invece buone quote di omega-3.
Dott. Francesco Garritano
Bibliografia essenziale:
- Increased Intestinal Permeability and Decreased Barrier Function: Does It Really Influence the Risk of Inflammation?
Fukui H1. - Evaluating the efficacy of probiotic on treatment in patients with small intestinal bacterial overgrowth (SIBO)–a pilot study.
Khalighi AR1, Khalighi MR, Behdani R, Jamali J, Khosravi A, Kouhestani Sh, Radmanesh H, Esmaeelzadeh S, Khalighi N.
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