Molte donne spesso si lamentano a causa di una sudorazione eccessiva e ricorrente: non parliamo sicuramente solo di menopausa, vediamo perché. Il fenomeno che sto notando spesso, invece, si verifica nei soggetti affetti da malattie autoimmuni, in particolare da Tiroidite di Hashimoto, che non sopportano più l’eccessiva sudorazione che mette loro anche a disagio. Ma quali sono le cause dell’iperidrosi?
Eccessiva sudorazione o iperidrosi
Come dice il titolo del paragrafo, l’eccessiva sudorazione può essere anche definita iperidrosi e quando è la conseguenza di una patologia di cui soffriamo può essere aggiunta accanto a questa definizione la parola secondaria.
Quando si va alla ricerca di una problematica così diffusa, infatti, bisogna valutare le diverse caratteristiche del soggetto che si lamenta di sudare eccessivamente. L’iperidrosi secondaria ad altre patologie si riconosce perché la sudorazione è estesa a tutto il corpo, si verifica durante la notte e si accompagna spesso a vampate di calore. Le patologie che possono causarla, a parte considerare il fatto che la donna posso trovarsi in una fase di pre-menopausa il che sarebbe giustificato, sono gli stati febbrili, il diabete mellito, l’ipoglicemia, le disfunzioni della tiroide, uno stato infiammatorio, il morbo di Parkinson, alcuni tumori maligni e le patologie autoimmuni.
Tipi di sudorazione
Ma quando vi capita di sudare? Vi sono diversi tipi di sudorazione, l’uomo suda nella sua fisiologia, ma vi sono momenti particolari in cui suda maggiormente.
Vi è mai successo di sudare dopo aver mangiato un cibo in particolare? Questa è definita sudorazione gustativa, chiamata anche sindrome di Frey e può presentarsi in seguito all’asportazione della ghiandola parotide o ad un’emozione in particolare.
Sudiamo anche quando arrossiamo, in caso di emozioni quali imbarazzo, timidezza, rabbia, vergogna perché i vasi sanguigni si espandono a causa di un aumento del volume del sangue spontaneo, soprattutto nella regione del viso e del collo. Si verifica un aumento della temperatura corporea per cui si innesca la sudorazione, controllata dal sistema nervoso simpatico.
Tanti i casi in cui abbiamo “sudato freddo” a causa di una situazione di panico, eccitazione, shock o in caso di attacchi cardiaci nelle forme più gravi. Questo viene spiegato tramite la liberazione dell’ormone adrenalina che avvisa il nostro organismo dello stato di allerta in cui si trova, per cui aumenta la frequenza cardiaca, si restringono i vasi sanguigni della pelle e degli organi interni, in modo da fornire ai muscoli più ossigeno ed energia, per cui la pelle diventa molto più fredda, si ha la pelle d’oca ed il movimento dei peli che si rizzano lascia fuoriuscire il sudore che comporta la diminuzione della temperatura corporea.
Infine, vi è la sudorazione su cui ci soffermeremo maggiormente, quella che si avverte durante la notte. È certo il fatto che si tratti di una iperidrosi secondaria, soprattutto se si verifica in pieno inverno quando fuori nevica, e si pensa che sia un segnale dato dall’organismo per avvisarci della presenza di una patologia sistemica. Quindi, escludendo l’umidità, le alte temperature e gli incubi, la sudorazione notturna può essere causata dall’aver assunto alcol poche ore prima di andare a letto oppure dall’esserci andato a stomaco pieno, in caso di mononucleosi, di allergie, di patologie autoimmuni, di AIDS.
Malattie autoimmuni e ipersudorazione
Oltre che menzionare le patologie autoimmuni, vorrei prima soffermarmi sul fatto che alcune disfunzioni tiroidee possono causare ipersudorazione, soprattutto l’ipertiroidismo ed il morbo di Graves, poiché essendo in circolo una concentrazione maggiore di ormoni tiroidei è normale che si verifichi anche maggiore dispersione di calore (non dimentichiamoci che la tiroide è il nostro termoregolatore).
Ma allora perché si verifica anche in caso di tiroidite di Hashimoto, quando la tiroide funziona molto lentamente? La colpa non è della tiroide, ma della situazione che si instaura all’interno del nostro organismo quando si ha un’infiammazione cronica autoimmuni in corso.
La sudorazione notturna è sintomo di una miriade di problemi autoimmuni e spesso è segno di un’infezione nascosta. Molte delle più comuni malattie autoimmuni condividono tutti i sudori notturni, la febbre e le vampate di calore come sintomi. Se riflettiamo su quanto detto quando si parlava delle cause della tiroidite di Hashimoto, abbiamo parlato delle origini virali, coinvolgendo il virus dell’Epstein-Barr, di come sia importante la detossificazione del fegato, mirando il più possibile a rendere pulito il nostro organismo. Pertanto, si consiglia di sottoporsi ad analisi del sangue che vadano a ricercare la presenza di virus, batteri e parassiti, per poi combatterli; vedrete che i problemi di iperidrosi scompariranno.
Ma ancora… può essere la dominanza estrogenica?
Molte pazienti che si rivolgono a me, presentano i sintomi descritti prima, non sanno più cosa fare perché sudano molto, poi ingrassano, hanno edemi, sono sempre nervose ed il loro ciclo mestruale è abbondante e prolungato; queste solitamente hanno tra i 35 e i 45 anni e si lamentano di essere troppo stressate e di non riuscire ad avere i propri spazi tra lavoro e famiglia. Il problema principale di questi sintomi, quindi, lo ricolleghiamo allo stress ed alla secrezione esagerata di cortisolo. Ma come può lo stress generare uno sbilanciamento di estrogeni?
Partiamo dal concetto che gli estrogeni sono secreti a partire dal colesterolo, che viene trasformato dapprima in pregnenolone e poi viene utilizzato da diversi pathways, tra i quali la sintesi di cortisolo e di progesterone. Inoltre, aggiungiamo che questo fenomeno si verifica soprattutto nelle donne in perimenopausa, quando i livelli di estrogeni che hanno un effetto “eccitatorio”, poiché provocano ansia, insonnia, ritenzione idrica, tendenza ad accumulare grasso, non sono in equilibrio con quelli del progesterone, ormone che ha effetti opposti, migliorando il sonno, la ritenzione idrica, la perdita di peso. Infine, se pensiamo che anche le cellule adipose producono estrogeni, sia nell’uomo che nella donna, gli individui obesi a prescindere dal sesso saranno quelli più a rischio di dominanza estrogenica.
Quindi, si parla di dominanza estrogenica non soltanto quando i livelli di estrogeni sono elevati, ma quando questi possono essere anche normali, ciò che deve essere in difetto, invece, sono i livelli di progesterone, per questo motivo il fenomeno si manifesta soprattutto nella perimenopausa. Il progesterone è un ormone prodotto normalmente nella seconda fase del ciclo mestruale (fase luteale) sotto stimolo dell’LH da parte del corpo luteo, dopo l’ovulazione; se quest’ultima non si verifica in caso di ciclo anovulatorio, il progesterone non sarà prodotto. Quali sono gli altri fenomeni che causano la limitata secrezione di progesterone?
Il primo fattore scatenante è lo stress e la stanchezza surrenalica: come detto prima, in seguito a questo si liberano grandi quantità di cortisolo; questo viene prodotto sempre a partire dal pregnenolone, per cui per la sua sintesi utilizzerà più molecole precursori del dovuto e non ci sarà abbastanza pregnenolone per la sintesi di progesterone. Altre cause sono l’utilizzo delle pillole anticoncezionali estro-progestiniche, l’esposizione a sostanze chimiche (xeno-estrogeni) che si legano al recettore degli estrogeni, pur trattandosi di sostanze chimiche esterne, come i pesticidi, le diossine, prodotti chimici presenti nei saponi quali i parabeni, ecc.
Non dobbiamo dimenticare l’alimentazione, che diventa importante sia per evitare che si verifichi una condizione di obesità, sia perchè una dieta ricca di farine raffinate, carboidrati non integrali, grassi idrogenati insieme a carenze di Sali minerali e vitamine, quali zinco, rame, magnesio e vitamine B, causano un’assenza di segnale leptinico, per cui non si verifica l’attivazione dell’asse ormonale ipotalamo-ipofisi-gonadi e non saranno prodotti gli ormoni corrispondenti.
Le soluzioni
Solitamente i sintomi descritti prima vengono trattati con ansiolitici e sedativi, che peggiorano i sintomi, tentando di risolvere il problema a livello psicologico, allontanandosi però dalla vera causa del problema: gli ormoni. La soluzione si individua dopo aver capito la causa, poiché se a provocarci questa dominanza è lo stress, dobbiamo cambiare il nostro stile di vita, ritrovando più spazio per noi stessi e praticando magari attività fisica costante, in modo da scaricare la tensione giornaliera. Se la causa, invece, è l’alimentazione, bisognerà iniziare a mangiare cibi “puliti”, integrali, creando un accoppiamento di carboidrati, proteine e fibre ad ogni pasto ed eliminando completamente dalla nostra dieta gli zuccheri semplici.
Inoltre, si potrebbe suggerire l’assunzione di un integratore di Agnocasto (Vitex-agnus castus), un’erba medicinale utilizzata spesso per i problemi legati al ciclo mestruale, in quanto agisce a livello ipofisiario inibendo la secrezione di FSH e Prolattina, stimolando, invece, la secrezione di LH, dunque, quella di progesterone. Infine, come ultima soluzione al problema, si può ricorrere all’assunzione di Progesterone, non di quelli sintetici, ma naturali o bio-identici sotto forma di gel o per via orale durante il periodo luteale, in modo da aiutare il bilancio ormonale fra le due fasi mestruali.
Bilanciando la dominanza non si verificheranno più i sintomi descritti sopra e sarà più semplice anche la gestione dello stress, avremo un effetto lipolitico e diuretico, infine, non avremo problemi di insonnia, poiché il progesterone è in grado di agire anche a livello centrale sui recettori GABAergici, dando un effetto rilassante.
Dott. Francesco Garritano
Riferimenti bibliografici:
- Bixo M. et al. Effects of GABA active steroids in the female brain with focus on the premenstrual dysphoric disorder. J Neuroendocrinol. 2017 Oct 26. doi: 10.1111/jne.12553.
- Timby E. et al. Women with premenstrual dysphoric disorder have altered sensitivity to allopregnanolone over the menstrual cycle compared to controls-a pilot study. Psychopharmacology (Berl). 2016 Jun;233(11):2109-17.
Nota importante per il lettore: le presenti informazioni nel campo della nutrizione non devono essere intese come sostitutive di eventuali terapie mediche farmacologiche da concordare ed assumere sotto lo stretto controllo del medico specialista.
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