Cibi “light”? No, grazie!
Affidarsi solo ai cibi light è la scelta giusta?
Non so a voi, ma a me piace molto fare la spesa. Fin da piccolo, quando mi addentravo tra i corridoi di scaffali pieni di prodotti colorati di ogni forma, profumo e sapore era come entrare in una sorta di mondo delle fiabe, i supermercati hanno sempre esercitato un certo fascino.
A dirla tutta, i supermercati SONO una sorta di mondo delle fiabe, perché ci raccontano (e lo fanno benissimo!) che viviamo in un posto dove tutto è a nostra disposizione, in qualsiasi momento dell’anno. Insomma, mica come una volta, quando per mangiare la carne più di un paio di volte al mese bisognava essere fortunati e tutti sapevano quali erano i frutti e le verdure di stagione (facile: erano quelli che ti ritrovavi nel piatto!).
Cibi light: fanno dimagrire o è solo abbondanza odierna di cibo?
Questa sovrabbondanza di cibo disponibile ogni volta che ce ne viene voglia si è tradotta, negli ultimi decenni, in un progressivo aumento delle persone sovrappeso e obese. Il “rimedio” che le industrie alimentari si sono ingegnate di trovare per contrastare questo problema (o per farne un nuovo settore di mercato?) sono i cibi “light”.
Quand’è che abbiamo a che fare con cibi light?
Per definizione, un prodotto può essere definito “light” quando contiene il 30% in meno di energia (espressa in Kcal) rispetto al suo prodotto omologo. Per arrivare a questo risultato o vengono diminuiti gli zuccheri (che vengono sostituiti da dolcificanti artificiali) oppure vengono sottratti i grassi (come in genere accade nel caso di latte e derivati).
In entrambi i casi, questi prodotti sono lungi da offrire una soluzione al problema: basta guardarsi intorno (o leggere i dati relativi alla salute della popolazione) per accorgersi che le persone sovrappeso aumentano invece di diminuire.
Volete sapere perché?
Ve lo dico nel prossimo articolo
Dott.ssa Tatiana Gaudimonte
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