La serotonina e la dopamina sono dei neurotrasmettitori del Sistema Nervoso Centrale che modulano tutti i processi psicobiologici legati al comportamento, incluso l’umore, l’aggressività, la percezione, l’attenzione, la gratificazione, la memoria, l’appetito e la percezione del dolore. Leggiamo l’articolo per capire quale correlazione vi è tra questi neurotrasmettitori e la fibromialgia.
Sistema serotoninergico e fibromialgia
I sistemi serotoninergico e noradrenergico sono due dei principali sistemi coinvolti nella modulazione del dolore tant’è vero che fanno parte di quello che viene definito “sistema analgesico endogeno”. In questo articolo ci concentreremo in particolare sul sistema serotoninergico il quale controlla la percezione del dolore a vari livelli nel Sistema Nervoso Centrale e nel Sistema Nervoso Periferico, infatti, nell’infiammazione di tessuti il rilascio locale di serotonina sensitizza le fibre nervose periferiche che trasportano informazioni nocicettive al Sistema Nervoso Centrale. La serotonina è, inoltre, coinvolta nella modulazione di molti altri processi fisiologici e fisiopatologici come ad esempio l’aggregazione piastrinica e le funzioni del sistema cardiovascolare, il sistema gastrointestinale, la glicemia e il bilancio energetico, il metabolismo osseo, la respirazione, le funzioni sessuali e il ciclo sonno-veglia.
Sistema dopaminergico e fibromialgia
Un’altra area di ricerca è il collegamento della sindrome fibromialgica con le varianti del gene catecol-O-metiltransferasi (COMT). Il gene COMT codifica per un enzima che metabolizza le catecolamine (noradrenalina e dopamina); il gene COMT è un importante mediatore del metabolismo delle catecolamine come la dopamina, un ormone prodotto dal surrene nelle fasi di stress, ed è perciò un modulatore delle vie dopaminergiche, comprese quelle coinvolte nella trasmissione del dolore. Esso influenza pertanto le diverse modalità di percezione del dolore e la sensibilità e la sua alterazione sembra associata alla fibromialgia.
Sono state dimostrate e confermate alterazioni in senso negativo di tale neurotrasmettitore (in questo caso della dopamina), a riprova della origine della fibromialgia nel sistema nervoso centrale. Uno degli effetti della disfunzione dei neurotrasmettitori, e in particolare della dopamina in questo caso, è la iperattività del sistema nervoso neurovegetativo, che controlla con meccanismi riflessi numerosi funzioni dell’organismo tra cui la contrazione dei muscoli, ma anche la sudorazione, la vasodilatazione e la vasocostrizione; ciò comporta un ulteriore deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare con insorgenza di dolore, astenia e tensione, oltre che un livello aumentato di percezione degli stimoli.
Il deficit di triptofano nella fibromialgia
Ritornando alla serotonina, essa deriva da un precursore, il triptofano, un amminoacido essenziale che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e che possiamo assumere solo con la dieta.
Da diverso tempo è nota la correlazione tra triptofano e fibromialgia, infatti uno studio del passato ha dimostrato che nelle persone con fibromialgia i livelli di triptofano sono ridotti, di conseguenza sono ridotti anche i livelli di serotonina con tutti gli effetti che ne conseguono.
Diverse sono le possibili cause della diminuzione dei livelli di triptofano nelle persone con fibromialgia. Questa diminuzione può essere dovuta a malassorbimento causato da patologie a livello intestinale, intolleranze alimentari, eccessiva proliferazione batterica a livello intestinale e infezioni che possono aumentare le richieste metaboliche di triptofano e vitamina B12.
A causa di questo deficit di serotonina alcuni dei farmaci di scelta utilizzati per il trattamento della fibromialgia sono gli antidepressivi ovvero dei farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI) aumentandone quindi la concentrazione, i quali non sono assolutamente privi di effetti collaterali!
Serotonina e alimentazione
Con l’alimentazione è possibile contribuire a ristabilire i livelli di serotonina assumendo il suo precursore, ovvero il triptofano; in primis, però è necessario accertarsi di non avere patologie a livello intestinale che potrebbero alterarne l’assorbimento.
Per quanto riguarda il riequilibrio dei livelli di dopamina, è essenziale procedere mediante la pratica di attività fisica, che deve essere moderata e costante.
Alcuni degli alimenti contenenti triptofano sono la pappa reale, le mandorle dolci, la bieta cruda, le uova di gallina, gli anacardi, gli spinaci crudi, il fegato di bovino, le noci pecan, i fagioli freschi, la sogliola, il pesce gatto, le zucchine, il merluzzo, l’agnello, il tacchino, il miglio, la sarda, il pollo. Gli alimenti contenenti triptofano sono veramente tanti, nonostante le concentrazioni siano però ridotte è una buona abitudine introdurli nella propria alimentazione. Inoltre, è possibile integrare il triptofano con degli specifici integratori, che vadano a fornire all’organismo adeguati livelli di questo importante amminoacido da convertire successivamente in serotonina.
Dott. Francesco Garritano
Riferimenti bibliografici:
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- Patrick Welsch, Nurcan Üçeyler, Petra Klose, Brian Walitt, and Winfried Häuser. Serotonin and noradrenaline reuptake inhibitors (Snris) for fibromyalgia. Cochrane Database Syst Rev. 2018 Feb 28; (2)