Endometriosi, estrogeni e approccio multifattoriale nello stile di vita

Endometriosi, estrogeni e approccio multifattoriale nello stile di vita

Nei miei anni di carriera mi sono avvicinato a diverse patologie, l’endometriosi è una di quelle poiché è una malattia subdola, che non viene diagnosticata facilmente, non ancora completamente compresa ed in costante aumento nel sesso femminile. Dalle domande delle mie pazienti mi rendo conto che anche in questo caso viene sottovalutata l’importanza di uno stile di vita adeguato e di come questo possa influire nel migliorare la sintomatologia.

Che cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica estrogeno-dipendente ed è una condizione patologica in cui le cellule dell’endometrio, il tessuto che riveste l’utero, vanno al di fuori della loro sede e si sviluppano in altre, come tube di Falloppio, vagina, ovaie ed anche in parti dell’intestino. Nonostante sia una malattia poco conosciuta, è più frequente di quello che si pensa: in Italia la ritroviamo nel 10-15% delle donne in età riproduttiva; circa il 30-35% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire è interessata da questa patologia. Il picco di insorgenza può comparire tra i 25 e i 35 anni, ma vi sono molti casi in appare anche in età più giovane.

Potrei dilungarmi a parlare di numerosissime cause e meccanismi alla base di questa patologia, quali permeabilità intestinale alterata, disbiosi, ecc, vi invito a prenderne visione dalla pagina del mio sito dedicata all’argomento: https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/endometriosi/

Nell’endometriosi cosa c’è che non funziona?

Quando si interrompe questo equilibrio estrogeni-progesterone si crea una condizione di resistenza a questi ormoni, causando, potenzialmente, malattie a carico dell’utero come, appunto, l’endometriosi.

La resistenza al progesterone avviene quando i recettori, nonostante la presenza del loro ligando, non vengono attivati, oppure si può verificare una errata trascrizione del gene bersaglio nonostante il progesterone sia biodisponibile. Questa resistenza progestinica piò avere gravi conseguenza poiché non è in grado di bloccare l’effetto proliferativo indotto dagli estrogeni e rende l’endometrio non recettivo. Una delle cause che portano a questa condizione è un’espressione alterata di PGR (recettore del progesterone), dovute, ad esempio, ad ipermetilazione del promotore del gene che codifica per PGR, e disregolazione dei micro-RNA. Anche un’alterazione dei mediatori e dei regolatori di PGR giocano un ruolo fondamentale nella patogenesi, infatti alcune molecole coinvolte nelle trasduzioni del segnale attivate da PGR in seguito al legame con il progesterone sono state ritrovate ridotte nelle donne con endometriosi. Questo implica una disregolazione non solo a monte nella patogenesi dell’endometriosi, ma anche a valle.

E gli estrogeni, invece, che ruolo hanno?

In concomitanza con la resistenza al progesterone, l’endometriosi è associata ad una errata regolazione degli estrogeni che inducono proliferazione cellulare ed infiammazione.

Nell’endometriosi i valori di estrogeni sono elevati per la sovraregolazione dell’aromatasi e diminuzione di un altro enzima, la deidrogenasi di tipo 2, indotto dal progesterone che dovrebbe, in condizioni normali, convertire l’estrogeno in una forma meno attiva (estrone). La diminuzione è, ovviamente, associata alla resistenza progestinica di cui abbiamo parlato prima.

Vediamo insieme, quindi, quali sono le principali cause di questa alterata regolazione:

  • Infertilità: sebbene il 50% delle donne con endometriosi soffra di infertilità, le cause non sono ancora state del tutto chiarite; di sicuro hanno un ruolo fondamentale le modificazioni anatomiche che si vengono a creare (riduzione dell’ovaio), infiammazione cronica, recettività endometriale compromessa causata, come abbiamo visto, da una resistenza progestinica (fondamentale per la gravidanza) ed una eccessiva attività estrogenica.
  • Dolore pelvico: uno studio ha rivelato che l’80% delle donne con dolore pelvico cronico sono affette da endometriosi. Le cause potrebbero essere l’instaurarsi di lesioni in zone del nostro organismo altamente innervate, aumento della densità del nervo endometriale, aumentata neuro-angiogenesi (crescita di nervi e vasi sanguigni), neuro-infiammazione, sensibilizzazione centrale e periferica. I fattori di cresci dei nervi (NGF) e dei vasi (VEGF) ed anche il fattore neurotrofico (BDNF) sono tutti correlati all’aumento dell’estrogeno nell’endometriosi, infatti le terapie ormonali per contrastare l’attività dell’estrogeno ha dimostrato di ridurre la densità del nervo endometriale, confermando dunque la loro correlazione. Anche i nocicettori (neuroni sensoriali del dolore) sono anche associati all’estrogeno quindi le donne con endometriosi avvertono dolore pelvico cronico.

Quale ruolo ricopre l’alimentazione in questa patologia?

Accanto alle terapie tradizionali nel trattamento dell’endometriosi, la nutrizione, ma più in generale lo stile di vita, può avere un enorme influenza nel migliora la sintomatologia ma anche nella prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Ad esempio alcuni integratori ad attività antiossidante (ad esempio vitamina C) hanno aiutato nel ridurre il dolore pelvico, mentre una dieta ricca di grassi-trans aumenta il rischio di endometriosi.

Con l’alimentazione possiamo agire su più fronti:

  • Ristabilire le normali secrezioni ormonali (leptina, estrogeni, progesterone…) e di conseguenza andremo anche a controllare i picchi glicemici;
  • Agire poi sull’infiammazione con il consumo di sostanze antiossidanti e di omega-3 che hanno azione antinfiammatoria;
  • Migliorare la salute intestina, quindi ristabilire l’infiammazione, la normale permeabilità intestinale e la composizione fisiologica del microbioma.

Per controllare i picchi glicemici sicuramento bisogna evitare zuccheri semplici, farine raffinate, avere un giusto equilibrio tra carboidrati e proteine, aumentare il consumo di fibre che creano le maglie che trattengono gli zuccheri, inoltre le fibre servono come nutrimento per il microbioma intestinale perché la loro fermentazione crea acidi grassi a catena corta come butirrato, propionato, acetato, fonte di energia per i batteri intestinali.

Vanno evitati gli alimenti contenenti fitoestrogeni, dal momento che nell’endometriosi ritroviamo già gli estrogeni alti, quindi evitare carni rosse, alimenti contenenti soia, avena e segale.

Nelle donne con endometriosi è stata osservata non solo un aumento dei casi di celiachia, ma anche di gluten sensitivity, per questo motivo una dieta priva di glutine può avere un effetto benefico nel ridurre il dolore pelvico cronico.

L’importanza del movimento

Noi non siamo nati per una vita sedentaria! Il movimento aiuta a mantenere nella norma i livelli di glicemia, perché i muscoli captano il glucosio in circolo, senza stimolare la produzione di insulina e, di conseguenza aiuta anche a mantenere i livelli di leptina nella norma.

L’attività fisica protratta nel tempo agisce riducendo la funzione delle ovaie, provocando una riduzione della produzione di estrogeni. Diversi studi dimostrano che gli esercizi di rilassamento muscolare sono un valido aiuto nel ridurre il dolore pelvico cronico migliorando la qualità della vita.

Quali sostanze aiutano?

Alcuni flavonoidi hanno la capacità di inibire l’aromatasi che, come abbiamo visto prima, è l’enzima chiave per la sintesi degli estrogeni. Questa proprietà è stata osservata in: apigenina (prezzemolo, carciofo, sedano, basilico, camomilla), quercetina (mela), resveratrolo (buccia e semi di uva), oleuropeina (foglie d’ulivo), risina (polline, miele, passiflora), indolo -3-carbinolo (cavoli, verze, broccoli), naringenina (agrumi).

Anche l’acido caffeico ha mostrato importanti proprietà antiossidanti nel ridurre lo stress ossidativo ed è contenuto in carciofo, cicoria, tarassaco, cardo… Le proprietà antinfiammatorie dell’acido caffeico presentano un meccanismo simile ai FANS inibendo le Cox 1 e 2.

Si è rivelata utile anche l’integrazione di vitamina D, omega-3, omega-6, curcuma, nicotinamide, metifolato di calcio.

Dott. Francesco Garritano

Fonti bibliografiche:

  • Ryan M. Marquardt, Tae Hoon Kim, Jung-Ho Shin, Jae-Wook Jeong- Progesterone and Estrogen Signaling in the Endometrium: What Goes Wrong in Endometriosis? International Journal oj Molecular Sciences, 2019, 20, 3822
  • Jamali, Z. Mostafavi-Pour, F. Zal, M. Kasraeian, T. Poordast, F. Ramezani, R. Zare, Combination Effect of Caffeine and Caffeic Acid Treatement on the Oxidant Status of Ectopic Endometrial Cells Separated from Patients with Endometriosis, IJMS, 2019, 44
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