Gastrite atrofica autoimmune: perché non si deve sottovalutare il problema

Gastrite atrofica autoimmune: perché non si deve sottovalutare il problema

La gastrite atrofica autoimmune è una patologia che va ad interessare l’apparato digerente che può causare una serie di complicazioni, tra cui anche fenomeni importanti di malassorbimento e anomalie della morfologia cellulare gastrica. Quali metodi adottare per questo problema? E’ tutto scritto nell’articolo, buona lettura!

Gastrite atrofica autoimmune: di cosa si tratta

La gastrite atrofica autoimmune è una patologia di natura infiammatoria su base autoimmune  caratterizzata da un disordine infiammatorio cronico che va ad interessare la mucosa oxintica del tessuto e del fondo gastrico, e anche dalla presenza di anticorpi in circolo che sono diretti contro l’Adenosintrifosfatasi (ATPase) H+/K+ delle cellule della parete gastrica e verso ciò che viene prodotto da tali cellule, ovvero il Fattore Intrinseco. Questo particolare prodotto cellulare è l’elemento distintivo che rende veramente importante la presenza dello stomaco nell’organismo: infatti, si potrebbe anche fare a meno dello stomaco, se si ingerisse del cibo sottoposto ad un’accurata digestione chimica, se non fosse per il Fattore Intrinseco, che rappresenta l’elemento determinante e unico per l’assorbimento della vitamina B12. Quando si ha infiammazione in quest’area, la presenza di infiltrato cellulare causa degenerazione delle cellule adiacenti ed è composto da macrofagi, linfociti T e B che producono, stimolati dai T, autoanticorpi contro l’ATPasi e il Fattore Intrinseco.

Gastrite atrofica autoimmune: meccanismi d’azione

La gastrite atrofica autoimmune è correlata ad acloridria, bassi livelli sierici di pepsinogeno I ed ipergastrinemia: addirittura l’ipergastrinemia può anche essere causa di iperplasia delle cellule enterocromaffino-simili, che favorisce l’insorgenza di carcinoidi gastrici. Nello stadio finale della gastrite insorge Anemia Perniciosa per carenza di vitamina B 12: per questo è importante badare al trattamento della patologia. E’ importantissimo tenere in considerazione anche l’abitudinarietà come concausa della gastrite autoimmune: l’infiammazione da cibo insorge quando costantemente l’uomo si nutre sempre degli stessi alimenti, appartenenti tutti alla identica categoria alimentare (es. glutine, latticini, lieviti, nichel, ecc.) fino a che questi non stimolano i Toll Like Receptors 2 (TLR2), recettori che si attivano in seguito alla segnalazione di un pericolo nell’organismo, in questo caso il superamento di una soglia limite dell’assunzione alimentare ripetuta. Da qui si scatena l’infiammazione da cibo, che mantiene alta i livelli della citochina BAFF. La citochina BAFF, insieme a PAF, sono due elementi essenziali coinvolti nella patogenesi delle malattie autoimmuni. Vi invito anche a dare un’occhiata al mio articolo che parla proprio di questo argomento.

Gastrite atrofica autoimmune: consigli pratici

Da specialista in malattie autoimmuni e nutrizione clinica, quello che consiglio per la gastrite autoimmune è prestare attenzione allo stile di vita, alle abitudini alimentari ed evitare i fattori che scaturiscono infiammazione  :

  • Mangiare con regolarità porzioni adeguate di cibo, senza esagerare con le quantità, in modo da ridurre il carico sull’apparato digerente e favorendo la digestione;
  • Ridurre l’assunzione di grassi omega 6 incrementando, invece, il consumo di grassi omega 3;
  • Eliminare gli zuccheri semplici, gli edulcoranti ed i carboidrati raffinati dalla propria dieta;
  • Eliminare latte e derivati dalla propria dieta, avendo un alto indice insulinico, favoriscono l’infiammazione;
  • Evitare i cibi conservati e semi-lavorati;
  • Eliminare i cibi speziati e piccanti;
  • Limitare il consumo di frutta secca e semi;
  • Eliminare le fritture e prediligere metodi di cottura soft;
  • Non eliminare completamente l’uso di fibra vegetale: nelle fasi acute evitare la frutta ad alto contenuto di fibra solubile, i legumi, e verdura come ad esempio i cavoli e cavolini di Bruxelles. È fondamentale una reintroduzione molto graduale, valutandola con eventuali effetti collaterali iniziali come per esempio meteorismo, scariche più frequenti, dolori addominali;
  • Eliminare bevande gassate e sostanze nervine irritanti la mucosa gastrica (the, caffè).

Inoltre, è essenziale praticare costantemente attività fisica, regolarizzare il sonno, evitare lo stress, i digiuni, cercare sempre di rispettare il proprio orologio biologico, la crononutrizione.

Dott. Francesco Garritano

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