Ipotiroidismo, problemi di conversione: genetica o epigenetica?

Ipotiroidismo, problemi di conversione: genetica o epigenetica?

Quanti di voi soffrono di patologie tiroidee? Che sia ipotiroidismo o ipertiroidismo, le funzioni della ghiandola sono ugualmente compromesse. Ma cos’è la tiroide e quali sono le sue funzioni? Come mantenerla in salute? Leggete l’articolo per saperne di più

Anatomia della tiroide

Ne sentiamo spesso parlare ma non ne conosciamo né la struttura, né le funzioni. La ghiandola tiroidea è localizzata nella parte anteriore del collo, al centro, ha la forma di una farfalla poiché è costituita da due lobi che rappresenterebbero le ali, uniti al centro da una parte definita istmo. La forma, le dimensioni ed il peso dipendono da individuo ad individuo, anche in assenza di patologie, però il momento in cui la ghiandola aumenta maggiormente di volume è la pubertà.

Le unità funzionali che costituiscono i lobi tiroidei prendono il nome di follicoli, disposti intorno ad una sostanza chiamata colloide che conserva un’importante proteina coinvolta nella sintesi degli ormoni tiroidei: la tireoglobulina. Esternamente, la struttura è irrorata da diversi vasi sanguigni che consentono il trasporto degli ormoni in circolo permettendo diverse funzioni degli stessi. Oltre ai follicoli, appartengono alla tiroide anche le cellule parafollicolari, che producono calcitonina, un ormone che regola il metabolismo del calcio.

A regolare il funzionamento della tiroide è l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide: l’ipotalamo produce il TRH, che stimola l’ipofisi a rilasciare TSH, che a sua volta stimola la ghiandola tiroidea alla secrezione degli ormoni T3 (triiodiotironina) e T4 (tiroxina); a seconda del loro funzionamento, le diverse ghiandole inibiscono o stimolano la produzione di ormoni. Infatti, se aumentano T3 e T4 nel sangue, questi fanno in modo che l’ipofisi diminuisca la secrezione di TSH, quindi di TRH; il contrario, invece, succede se T3 e T4 presentano basse concentrazioni nel sangue, per cui viene stimolato dagli stessi l’incremento di TSH. A consentire la produzione ormonale è lo iodio, infatti ogni molecola dell’ormone contiene 3 o 4 atomi di iodio, quindi se questo è carente la ghiandola avrà difficoltà a produrre ormoni ed il continuo stimolo dell’ipofisi sulla tiroide ne aumenterà il volume, causando il gozzo. Ma come assumere lo iodio? Tramite l’acqua e gli alimenti lo iodio viene assorbito nell’intestino ed il 30% circa di questo viene usato dalla tiroide per produrre gli ormoni, mentre quello in eccesso viene eliminato nelle urine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La quantità di ormoni prodotta dalla ghiandola tiroidea è di circa 70-90 mcg di T4 e 15-30 mcg di T3, nonostante quest’ultima sia la molecola biologicamente attiva. Ciò succede perché la concentrazione maggiore di T3 viene prodotta in circolo a partire da molecole di T4, nel processo di conversione grazie all’enzima desiodasi, che elimina un atomo di iodio. È proprio questo il motivo per il quale si assume l’ormone T4 di sintesi (Eutirox, Tirosint, ecc.) perché poi si trasforma nel sangue a T3.

Molte volte, si presentano alcuni deficit della desiodasi quali il polimorfismo DR4, ma anche altri, che non permettono la corretta conversione tiroidea ft3 ft4.

Perché quando dosiamo gli ormoni della tiroide il medico prescrive il T3, il T4 ma anche l’fT3 e l’fT4? La “f” sta per “free”, ovvero libero; infatti nel sangue gli ormoni tiroidei sono maggiormente legate a proteine (TBG, TPBA, albumina) mentre solo una minima parte è libera (0,3% fT3, 0,03% fT4).

Ma quali sono le funzioni degli ormoni tiroidei? Come detto prima, non sono poche e neanche poco importanti. Innanzitutto, questi regolano il metabolismo energetico, stimolando il consumo di energia perché accelerano il metabolismo, ed incrementano la produzione di calore, favorendo la termogenesi. A livello cardiaco, invece, gli ormoni tiroidei aumentano il flusso del sangue nei tessuti, la frequenza e le contrazioni, favorendo l’aumento della gittata cardiaca; anche l’apparato di mio interesse, quello gastrointestinale, è regolato dagli ormoni tiroidei, infatti, T3 e T4 stimolano la contrazione dell’intestino, aumentando la frequenza delle evacuazioni. Infine, non sono da trascurare le funzioni sullo sviluppo del sistema nervoso, dello scheletro e dei muscoli.

Tiroide nella norma con cattivo funzionamento della desiodasi e aiuto con l’alimentazione

Le patologie della tiroide sono diverse e sono causate da un ipo- o da un iper- funzionamento, ovvero la tiroide può funzionare meno o più del dovuto, ma anche patologie autoimmuni, tumori o noduli possono interessare la ghiandola. Di queste potrete trovare approfondimenti se cliccate sulla patologia di vostro interesse, sottolineata in rosso. Una delle patologie più diffuse è l’ipotiroidismo, ovvero una condizione in cui la tiroide secerne meno ormoni e rallenta il metabolismo, che può essere causato anche dalla tiroidite di Hashimoto, una patologia autoimmune provocata da un’alterazione del sistema immunitario che produce anticorpi anti-tiroide; anche un iper-funzionamento della tiroide, però, può danneggiare la ghiandola con la produzione elevata di ormoni tiroidei, che può essere sia di origine autoimmune (Morbo di Basedow) o causato da disfunzioni endocrine, infine da resistenza agli ormoni tiroidei.

Ma come mantenere questa ghiandola così importante in buono stato di salute e supportare il lavoro della desiodasi? Sono sempre necessari i farmaci? In caso di ipertiroidismo è consigliato sottoporsi alla terapia con radioiodio? Sarebbe buona prassi attivare l’asse tiroideo dapprima tramite l’alimentazione di segnale, consentendo il flusso di un buon segnale leptinico. La leptina è un ormone secreto dal tessuto adiposo nel momento in cui si gode di un buon apporto proteico, sia in quantità che in qualità, mantenendo il nostro corpo costantemente in movimento. Affinché la leptina possa avere un flusso regolare, stimolando l’ipotalamo alla secrezione dapprima di TRH, poi di TSH e poi degli ormoni tiroidei, bisognerà anche seguire una dieta basata sulla crononutrizione mangiando tanto a colazione, facendo un pranzo intermedio ed una cena leggera. Inoltre, i pasti devono essere costituiti da tre componenti (piatto tripartito): carboidrati integrali al 100%, proteine e fibre di frutta e verdura, consentendo il mantenimento della calma insulinica. Solo in queste condizione, sarà possibile evitare di ricorrere a farmaci stimolanti o inibenti la tiroide, poiché si potranno prevenire patologie che coinvolgerebbero, quindi, tutto l’organismo.

Inoltre, importantissima è anche l’integrazione di minerali che contribuiscono al corretto funzionamento della conversione tiroidea, a supporto della desiodasi, quali il myo-inositolo, il selenio, lo zinco, lo iodio se non vi è in corso una malattia autoimmune, i quali deficit possono essere verificati tramite analisi del sangue o tramite test effettuabili nel mio studio, come il test epigenetico.

 

Dott. Francesco Garritano

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