Tiroidite, infertilità e stile di vita scorretto: come intervenire!

Tiroidite, infertilità e stile di vita scorretto: come intervenire!

Infertilità e disagio psicologico: non è un problema da poco, né tantomeno poco diffuso. Nel silenzio tra le persone colpite, si diffonde questo trauma, che a volte può essere permanente, altre volte si può risolvere. Da cosa dipende? E’ tutto in questo articolo. Buona lettura!

Infertilità: un problema particolare

A quante persone tocca in prima persona il problema relativo all’infertilità? Che si tratti di un momento passeggero oppure di un problema più duraturo, è pur sempre una situazione che crea un enorme disagio nella persona.
Innanzitutto, in conseguenza al fatto che le esigenze personali, sociali, lavorative o formative della persona sono cambiate nel tempo, molto spesso si sta tendendo sempre più a rimandare all’età più adulta il desiderio di avere un figlio. Molte volte, soprattutto tra gli uomini, non ce ne si rende neppure conto subito di soffrire di questo problema, mentre per le donne il discorso è un po’ diverso, il più delle volte risulta un problema di seria importanza e che può destabilizzare molto il profili psicologico della persona stessa. A volte si parla di ritardi, più o meno lunghi, e davvero le possibilità di questi ritardi sono innumerevoli. A volte semplicemente si fanno troppi conti cercando il giorno perfetto. Se è vero che nel mese ci sono giorni di maggiore fertilità per una donna a volte sono difficili da identificare e concentrare tutti i rapporti solo in questa fascia temporale rischia di essere controproducente.

Infertilità: cause e meccanismi, correlazione con la tiroide

Per prima cosa, come ho già detto nel mio secondo libro “La dieta anti-infiammatoria”,  iniziamo col dire che le cause dell’infertilità possono essere davvero numerose: si parla innanzitutto di cause genetiche, cause traumatiche, in conseguenza a determinate malattie, come quella tiroidee e la tiroidite di Hashimoto, ma non solo. Vediamo che gli errori alimentari e  il forte stress psico-emotivo sono la principale causa di perdita della fertilità: le basse quote sistemiche di nutrienti, di minerali, vitamine e anche il forte disagio interno dello stress inducono il corpo ad evitare l’ovulazione e, con essa, il rischio di incorrere in una gravidanza, evento a elevato dispendio energetico, non sopportabile da un organismo debilitato. La carenza di condizioni essenziali per il benessere del corpo femminile obbliga l’organismo a pensare esclusivamente alla propria sopravvivenza e non certo a generare una nuova vita.

Purtroppo il problema relativo all’infertilità può essere anche una conseguenza indiretta di diete ipocaloriche, con assenza prolungata di carboidrati dalla dieta, tutti approcci alimentari in cui vengono limitate fortemente o addirittura escluse determinate categorie di cibi, provocato da un’ossessione verso la linea , con il risultato solamente di un danno funzionale all’interno dell’organismo. Tutti gli ormoni sessuali sono sintetizzati a partire dal colesterolo e che quindi diete che limitano eccessivamente i grassi possono rappresentare un motivo di calo della fertilità.

Vediamo come l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide è correlato all’infertilità

Le condizioni di stress e la cattiva alimentazione pregiudicano la comunicazione del sistema ipotalamo-ipofisi-gonadi, con risultato di incorrere nell’infertilità. Innanzitutto, lo stato di equilibrio corporeo e lo stato di riserve energetiche incidono sul flusso della leptina, la quale giunge all’ipotalamo determinando una serie di eventi a cascata di regolazione a livello fisiologico e metabolico. In particolare, per quanto concerne la riproduzione, il corretto flusso leptinico, che rappresenta un segnale di abbondanza, va a determinare la secrezione di releasing factors per le gonadotropine, segnali importanti di regolazione a livello delle gonadi.
La logica è la seguente: quando in circolo ci sono segnali di benessere, di sazietà, di salute, l’organismo può permettersi di assolvere a funzioni non solo vitali di sopravvivenza, ma anche secondarie, che si traducono in dinamicità, lavoro, vita personale, ecc., ma anche istinto di accoppiamento. Se vi sono delle condizioni tali per cui l’organismo si ritrova a fronteggiare una carenza di benessere e salute sotto forma di sedentarietà, cattiva alimentazioni, stress eccessivo, tutti questi fattori si traducono in segnali disregolati a livello dell’organismo, dei flussi ormonali. Qual è questa volta la conseguenza? Il risultato è che il corpo umano dovrà, dapprima, pensare a soddisfare le proprie funzioni vitali, e quella modesta fonte di benessere presente nel corpo “dedicarla” alle funzioni cognitive, vegetative ed essenziali; mentre tutti gli altri stimoli secondari, tra cui umore positivo, voglia di fare le cose, mantenimento del tono muscolare, dinamicità ed anche riproduttività, vengono meno. Ecco perché molte volte il problema dell’infertilità deriva proprio dalle cattive abitudini a livello dello stile di vita, e subentra non solo l’alimentazione, quanto anche l’attività fisica, il movimento!
Il fulcro del discorso è insito nell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi: l’attivazione metabolica e l’attività fisica incidono in maniera importante sul funzionamento degli organi genitali, sul desiderio sessuale, e le cattive abitudini nello stile di vita, sporcano il segnale leptinico, vanno ad incidere negativamente su svariati assi ormonali, Sul TSH, sul GH, ma anche sul flusso degli ormoni trofici FSH ed LH. A ciò si associa amenorrea, infertilità, calo della libido, alterazione dell’umore e del metabolismo.

Cosa succede al corpo della donna quando si è in una situazione di infertilità? Per prima cosa, si hanno ridotti livelli di LH (ormone luteinizzante) e ormone follicolo-stimolante (FSH), elevati livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), riduzione dei livelli degli ormoni tiroidei (quindi rallentamento del metabolismo e meno consumo calorico, il corpo va in risparmio energetico), ridotti livelli di leptina e prolungata produzione di melatonina notturna. Inoltre, anomalie si rilevano nei livelli di prolattina sierica, estradiolo, ormone anti-Mulleriano, testosterone e deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S).

Infertilità: punti di azione

Nel momento in cui il ginecologo ha diagnosticato l’amenorrea, ed escluse le cause da anomalie strutturali, la cosa importante è procedere in modo naturale a risolvere il problema.

Tecniche di gestione dello stress, il riposo mentale e anche fisico, fare costantemente un’attività sportiva moderata, sono in primis sempre fattori importanti per riattivare le funzioni corporee e per i suoi benefici effetti sulla sfera nervosa.
Per quel che concerne l’alimentazione, dovranno innanzitutto essere corrette le eventuali carenze, in particolare di proteine, vitamine e minerali. Bisogna fare una colazione abbondante, con carboidrati, proteine, una parte liquida e della frutta; la frutta e verdura devono essere sempre presenti nei pasti, e un’ottima modalità di assunzione di frutta e verdura è rappresentata dai centrifugati (un paio di bicchieri al giorno). Ovviamente sono da privilegiare i vegetali freschi, di stagione e possibilmente biologici.

Come scegliere i cibi? Sempre integrali al 100 %, non raffinati, non elaborati industrialmente e senza sostanze di sintesi chimica in aggiunta: la buona regola vuole che si scelgano sempre pasta integrale, biscotti integrali, riso integrale ecc. Hanno un indice glicemico minore e determinano una minore fluttuazione di glicemia e insulina.

Anche l’attività fisica riveste un ruolo importantissimo: bisogna fare almeno tutti i giorni almeno 30 minuti di passeggiata a passo svelto per regolarizzare i flussi ormonali all’interno dell’organismo e riportare il quadro ormonale anche a livello degli assi della riproduttività alla sua originaria regolarità. E’ inoltre importante essere motivati e darsi degli orari nelle azioni quotidiane.

Inoltre, a sostegno di una buona alimentazione, ottimi microelementi coadiuvanti nel processo di regolarizzazione del ciclo cellulare sono il magnesio, il manganese, lo zinco, il rame,  la vitamina C, biloba, meliloto e omega 3, che sono importanti cofattori coinvolti in numerosi processi enzimatici, di trasmissione del segnale e di controllo dell’infiammazione e soprattutto è essenziale attenersi alle linee guida indicate per trattare la tiroidite di Hashimoto nel protocollo che io propongo ai miei pazienti.

Altrettanto importante è l’eliminazione dei cibi nocivi come quelli raffinati (zucchero, compreso quello di canna, farina bianca, riso brillato ecc.), i prodotti industriali e “cibi spazzatura” ed assicurarsi ad ogni pasto le giuste proporzioni tra carboidrati, proteine e fibre, per raggiungere facilmente la “calma insulinica” e regolarizzare gli assi.
Interessante è anche l’uso di calendula e artemisia, erbe dall’effetto emmenagogo, che inducono l’organismo della donna ad essere predisposto alla riproduzione.

Utile è anche il controllo dell’infiammazione da cibo mediante il Test Quasa, utile ad evidenziare eventuali ipersensibilità alimentari che possono contribuire allo squilibrio ormonale e alla disregolarizzazione degli assi ormonali dovuto ad infiammazione.

Dott. Francesco Garritano

Riferimenti bibliografici:

  • Korevaar TIM et al., Association of Thyroid Function and Autoimmunity with Ovarian Reserve in Women Seeking Infertility Care. Thyroid. 2018 Oct;28(10):1349-1358.
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