Se hai asportato la tiroide, devi seguire il protocollo anti-infiammatorio?

Se hai asportato la tiroide, devi seguire il protocollo anti-infiammatorio?

Sono diverse le persone che mi fanno questa domanda, soprattutto nel gruppo Facebook che ormai sfiora le 80 mila persone. Se ormai ho asportato la tiroide posso mangiare tutto quello che mi pare? Non proprio, vediamo il perché.

Asportazione della tiroide

Quanti di voi si sono posti questa domanda? Beh, veramente tanti, considerando la logicità della stessa. Spesso, però, si trascura il motivo per il quale viene asportata la ghiandola e non si capisce la causa della patologia; infatti, si interviene a livello chirurgico sulla tiroide in presenza di noduli, di tumori oppure in caso di tiroidite di Hashimoto per tentare di bloccare l’autodistruzione della ghiandola, oppure, in caso di morbo di Basedow per cercare di rallentare la stimolazione tiroidea.

Come ho scritto anche sul mio secondo libro inerente alla tiroidite di Hashimoto, “La dieta anti-infiammatoria”, chi è affetto da una patologia autoimmune dovrebbe seguire un protocollo alimentare ben preciso; infatti, le cause della patologia possono essere diverse (tutte da trattare) ma il risultato finale è l’infiammazione: il punto sul quale bisogna agire, dunque, è proprio questo.

Quindi, è lecito chiedervi, l’infiammazione può scomparire se viene asportata chirurgicamente la ghiandola? Non proprio, possiamo evitare di peggiorare l’infiammazione ma se il nostro sistema immunitario è impazzito, la chirurgia sarà relativamente d’aiuto.

Come valutare se la tiroide sta bene?

Per verificare se l’infiammazione è ancora in corso bisognerà valutare le analisi del sangue, in particolare gli anticorpi anti-Tireoperossidasi ed anti-Tireoglobulina, indicatori appunto dell’attacco autoimmune. Se questi superano il valore di riferimento, significa che nonostante la tiroide sia stata asportata, ancora l’attacco autoimmune persiste, per cui si dovrà procedere con un’alimentazione antinfiammatoria; mentre se gli anticorpi sono negativi le limitazioni da seguire non sono quelle di un protocollo autoimmune, ma di certo non verrà promossa l’infiammazione.

Ecco, quindi, la risposta: dipende dalla situazione che la nostra tiroide sta vivendo. Sarebbe sempre un’ottima cosa riflettere bene prima dell’asportazione della nostra tiroide se non avviene per motivazioni gravi. C’è addirittura qualcuno che nel gruppo chiede “ma non sarebbe meglio asportare la tiroide per risolvere tutti i nostri problemi?” perché non riesce a seguire un piano alimentare che potrebbe farlo stare meglio. Purtroppo, siamo troppo pigri e ci vogliamo anche poco bene.

Essere senza tiroide significa non servirsi di una ghiandola importantissima per le nostre funzioni fisiologiche, ricorrendo ad ormoni di sintesi (il farmaco) che devono essere assunti a vita, andando alla ricerca del giusto dosaggio per raggiungere l’eutiroidismo, quindi il corretto funzionamento tiroideo.

Di tutte queste cose ho fatto menzione anche nel mio libro, che vi servirà sia come guida per l’alimentazione sia come spunto di riflessione. Il protocollo che ho pensato per i miei pazienti non è complesso ma deve sempre essere messo in atto da un professionista del settore, in grado di riconoscere lo stadio della patologia, i sintomi che comporta e la struttura della ghiandola.

Come già ben sapete, poiché ne parlo ampiamente anche sul mio sito, inizialmente verrà fatto un reset, la detossificazione del nostro organismo, per poi reintrodurre gradualmente gli alimenti più pericolosi per la nostra tiroide, il nostro sistema immunitario ed il nostro intestino.

Se volete iniziare il trattamento antinfiammatorio per stare meglio potrete contattarmi tramite il modulo riportato in fondo alla pagina, inoltre cliccate qui per iscrivervi al gruppo se siete affetti da ipotiroidismo oppure tiroidite di Hashimoto.

 

Dott. Francesco Garritano

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