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2. Che cosa è il sistema immunitario? 

Il sistema immunitario è il nostro sistema di difesa, cioè l’arma con cui il nostro organismo ci difende da agenti estranei come batteri, virus… Ѐ una complessa rete di organi e cellule che lavorano insieme. Esso si divide in:

-Organi linfatici primari, midollo spinale e timo, siti in cui si sviluppano e maturano le cellule immunitarie.

-Organi linfatici secondari rappresentati da milza, linfonodi, tonsille, placche di Peyer.

 

MONOCITI Maturano e diventano macrofagi in grado di mangiare gli agenti patogeni
NEUTROFILI Anch’essi fagocitano gli agenti estranei e producono citochine che mettono in comunicazione il sistema immunitario con le altre parti del corpo
BASOFILI Rilasciano istamina e sono coinvolti nelle risposte allergiche
EOSINOFILI Coinvolti nelle risposte allergiche
MASTOCITI Intervengo nelle risposte allergiche
LINFOCITI Mediatori dell’immunità adattativa

Quando il nostro organismo entra in contatto con patogeni, come risponde?

Per rendere più semplice la spiegazione di questo processo la dividerò in più parti:

  1. Il nostro organismo è, in primis, dotato di barriere protettive come la pelle, le mucose… che fanno parte della nostra immunità innata.
  2. Quando i patogeni sono comunque in grado di attraversare le nostre barriere, intervengono i macrofagi sempre dell’immunità innata i quali producono TNF perché deve richiamare in aiuto sul luogo dell’infezione le altre cellule del sistema immunitario, come i neutrofili e i linfociti Natural Killer.
  3. Quando i neutrofili e i linfociti NK arrivano sul luogo in cui sono richiesti, rilasciano citochine specifiche che servono per attaccare direttamente i batteri creandone la morte.

Se questa prima fase della risposta innata non è sufficiente, si attiva la risposta immunitaria adattativa, in cui ritroviamo l’azione di cellule dendritiche, il sistema del complemento e linfociti:

  1. Le cellule dendritiche raccolgono informazioni sui batteri che ci stanno attaccando e le portano agli organi linfoidi secondari come milza e stazioni linfonodali tra cui ritroviamo anche le placche di PEYER intestinali (MALT, tessuti linfoidi associati alla mucosa intestinale), in cui si avrà produzione di citochine specifiche (IL-1, IL-4, IL-6, TGF-β) con il fine di attivare i linfociti B e T.
  2. I linfociti B producono gli anticorpi specifici in base al tipo di batterio contro cui stanno combattendo.
  3. I linfociti T, in base al luogo di attivazione, si formeranno diversi linfociti T helper:
  • Th-1 che richiamano macrofagi e linfociti
  • Th-2 che induce la produzione di interleuchine specifiche, ovvero citochine che attivano appunto l’attacco immunitario contro il patogeno.
  • Th-17 che stimola la produzione di anticorpi ed infatti collegato alle malattie autoimmuni caratterizzate dall’attacco, da parte del sistema immunitario, a componenti del nostro organismo.

Vediamo come agisce, invece, il sistema del complemento o complesso maggiore di istocompatibilità.

Esso è formato da 30 geni che codificano per proteine che lavorano insieme ad altri componenti del sistema immunitario per combattere contro i “nemici”. Questo sistema del complemento lo ritroviamo anche nelle malattie autoimmuni poiché è attivato dagli anticorpi.  Il complesso maggiore di istocompatibilità lega alcune componenti del patogeno esponendole sulla membrana diventando antigeni che verranno quindi resi visibili alle cellule del sistema immunitario.

Approfondimento

Cosa sono le placche del Peyer?

 

Come abbiamo già detto, le placche del Peyer sono costituite da tessuto linfoide associato alle mucose (MALT); sono formati da oltre 200 noduli linfatici e si ritrovano nella lamina propria e la tonaca sottomucosa dell’ileo. Il rivestimento delle placche del Peyer è diverso da quello dei villi in quanto è ricco di linfociti intraepiteliali, soprattutto linfociti T, e accoglie le cellule M. Queste cellule hanno la funzione di internalizzare antigeni presenti nel lume intestinale, assicurando quindi il “trasporto” di questi antigeni alle placche del Peyer. Questa caratteristica le rende capaci di distinguere le molecole non-self in modo da indurre l’attivazione dei linfociti T.

I linfociti T e B presenti nelle placche del Peyer, una volta attivati dall’antigene, sono in grado di trasferirsi nei linfonodi mesenterici e da qui passare nel circolo sistemico distribuendosi, in questo modo, ai vari organi. Questo aspetto è fondamentale perché per capire che reazioni avverse ad alcuni alimenti possono avere conseguenze in altri organi.

Che cos’è il mimetismo molecolare?

 

Come abbiamo spiegato fino ad ora, il nostro sistema immunitario, dopo avere riconosciuto gli antigeni degli agenti patogeni, si attiva e produce gli anticorpi specifici per quegli antigeni. Ma se gli antigeni non ci sono, com’è possibile che, nelle malattie autoimmuni ci siano gli anticorpi? Per il fenomeno di mimetismo molecolare: nonostante vi sia un’enorme variabilità di molecole e delle loro strutture, ci possono essere dei casi in cui alcune porzioni di molecole diverse presentino delle somiglianze e questo porta il nostro sistema immunitario a confondersi. Di conseguenza anche gli antigeni alimentari possono creare autoimmunità, soprattutto quando la barriera intestinale è alterata.

 

Qual è la conseguenza della risposta immunitaria?

 

L’infiammazione! Questa risposta è alla base di tutte le patologie: malattie autoimmuni, cancro, malattie a carico dell’intestino. Quello che desta maggiore preoccupazione è che lo stile di vita errato insieme ad altri fattori che vedremo, porta ad uno stato di infiammazione cronico di basso grado.

 

Il sistema immunitario non è attivato solo dalla via classica

 

Un aspetto molto interessante emerso negli ultimi anni è che la stimolazione del sistema immunitario non avviene solamente in maniera classica così come abbiamo appena visto ma anche per dei fattori ambientali come fattori ossidativi, metabolici, ormonali ed emozionali, quindi sono in grado di attivare la risposta immunitaria anche senza agenti microbici esterni. Questi fattori infatti, invece di agire sui recettori TLR di cui abbiamo appena parlato, agiscono su altri recettori presenti su macrofagi e fagociti: i recettori di membrana scavanger e i recettori dei prodotti finali di glicazione. Anche questi recettori attivano NF-KB.

 

Il sistema immunitario può influenzare le nostre emozioni?

 

Un sistema immunitario sregolato che, appunto, è costantemente attivato, influisce anche sulla nostra psiche perché, le cellule del sistema immunitario, per poter funzionare, necessitano di energia, che prendono sotto forma di ATP. Di conseguenza, se il sistema immunitario non si “riposa” mai prende troppa energia che, di conseguenza verrà a mancare per la sintesi di altre molecole, ad esempio, verranno prodotti in minore quantità alcuni amminoacidi, come triptofano (precursore della serotonina) e tirosina, che servono per la sintesi delle proteine, compresa la sintesi dei neurotrasmettitori come serotonina e dopamina che svolgono un ruolo fondamentale nell’umore, di conseguenza la loro carenza può modificare le nostre emozioni, come ansia, umore depresso, eccessive paure.

 

I farmaci influiscono negativamente su NF-kB

 

Un’attivazione di basso grado di NF-kB è un meccanismo di omeostasi della cellula. I corticosteroidi però inibiscono questo segnale omeostatico. Per questo motivo l’uso di farmaci non dovrebbe essere la prima opzione, quando possibile. Oggi purtroppo si tende abusare di terapie farmacologiche anche quando si potrebbe evitare. Vedo molti casi tra i miei pazienti in cui vengono da me con terapie al fine di curare condizioni “semplici” che possono essere corrette modificando lo stile di vita. Le terapie farmacologiche, infatti, creano un circolo vizioso, come in questo caso in cui si va ad interrompere un meccanismo di omeostasi. Inoltre l’abuso di farmaci, e non solo, va a modificare il nostro microbiota con importanti conseguenze sul sistema immunitario.

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