Stanchezza stagionale o da “fermo” metabolico? Vediamo insieme!

Stanchezza stagionale o da “fermo” metabolico? Vediamo insieme!

Da cosa può dipendere la sensazione di stanchezza perenne che avvertiamo in questi periodi? E soprattutto, come si può contrastare? Leggiamo l’articolo per saperne di più!

Stanchezza cronica, mentale o fisica: da cosa può dipendere?

Da cosa dipende la stanchezza cronica? Scopriamo se la stanchezza, fisica o mentale che sia, può derivare dall’alimentazione.

Chi di voi no si è mai sentito fiacco, stanco, prossimo al sonno? Sicuramente alcuni di voi lo ricondurranno al post lockdown, alla quarantena, ma quello che sta accadendo a livello stagionale è il brusco aumento delle temperature. E’ ovvio sentire la stanchezza.

Dal “mi sento spossato” al “ mi viene da dormire”,  la stanchezza è una sensazione che conosciamo benissimo e che troppo spesso induce una visione negativa del quotidiano. Quello di cui voglio parlarvi oggi è di concentrarci sul tema stanchezza e mancanze nell’alimentazione.

Stanchezza e spossatezza sono disturbi comuni con cui ci si può trovare alle prese in qualunque momento dell’anno. Basta pensare ai cambi di stagione: quando sta per arrivare il caldo, è facile svegliarsi al mattino e sentirsi stanchi e affaticati come se non ci si fosse mai messi a letto. Capita sia agli uomini sia a donne e a bambini: con levatacce di questo tipo si può fare fatica a fare qualsiasi cosa, avere difficoltà a concentrarsi e rimanere tutto il giorno di pessimo umore, irritabili e in preda a un senso di debolezza diffuso – se non addirittura a colpi di sonno.

Nel periodo estivo poi può capitare di sentirsi spossati a causa del caldo e dell’afa, che possono mandare letteralmente in riserva di energia e lasciare con la sola voglia di rimanere chiusi in casa. Infatti quando le temperature aumentano è necessario un livello di energie maggiore per mantenere costante la temperatura corporea; alla lunga questo maggior dispendio energetico si fa sentire e rischia di far andare in riserva anche le vitamine coinvolte proprio nella produzione di energia.

Inoltre sudando di più è naturale rischiare di disidratarsi, e la disidratazione può far sentire stanchi e non bisogna dimenticare che con il sudore si perdono sali minerali e vitamine essenziali per il metabolismo energetico  Trascurare il problema può peggiorarlo, ma fortunatamente la natura ci ha messo a disposizione un’arma fondamentale per sentirci meglio: il nostro stile di vita.

Sapevate che la stanchezza, mentale o fisica che sia, può derivare anche dall’alimentazione?

Voglio innanzitutto ricordare, prima di iniziare il mio discorso, che come professionista di segnale mi sento di rammentarvi il fatto che tutte le carenze, i problemi, fin dove è possibile, è bene risolverli in maniera naturale, con l’alimentazione, senza ricorrere a compresse, integratori, farmaci…

Una corretta e bilanciata nutrizione ci fornisce le energie per affrontare la vita quotidiana e se ben strutturata nella stragrande maggioranza dei casi non occorrono integrazioni di alcun tipo; tuttavia ci sono delle situazioni in cui il metabolismo può essere alterato.

Mi riferisco ad esempio alle intolleranze alimentari; quando una persona intollerante continua a mangiare sempre gli stessi cibi verso cui è risultato intollerante, la sensibilità insulinica viene ridotta e ciò disturba l’utilizzazione dell’energia, inoltre può succedere in questi casi che  si abbia una riduzione dell’assorbimento intestinale di minerali, il che può aumentare il senso di affaticabilità. Ecco perché propongo il test QuASA per i miei pazienti affinché si possa risolvere questo problema alla base.

Un’alimentazione con eccesso di carboidrati semplici può alterare la calma insulinica e portare ad ipoglicemia quindi anche sensazione di spossatezza.

Cosa tenere in considerazione quando si parla di stanchezza cronica?

Un elemento da non trascurare, per quanto riguarda l’argomento stanchezza, è la prima colazione; quest’ultima infatti è indispensabile per dare il giusto sprint metabolico alla giornata. Attiva il metabolismo e permette una maggiore concentrazione intellettuale oltre a stimolare in senso positivo l’umore ed a stimolare i processi cognitivi.

E’ al momento della prima colazione che il nostro organismo decide quanto investire e consumare, se la colazione è scarsa arriverà un segnale di carestia al quale l’organismo risponde con un abbattimento dei sistemi vitali e con il successivo accumulo di grasso.

Vi do un consiglio: la colazione dev’essere effettuata entro un’ora dal risveglio per avviare il suo stimolo metabolico positivo e dev’essere completa e varia (rispettando le eventuali sensibilità agli alimenti).

Quindi consigliare una variegata alimentazione con una ripartizione adeguata dei pasti negli orari giusti sembra d’obbligo, come è importante consigliare, per chi ha un po’ di tempo in più, lo sport mattutino.

Muoversi aiuta sia ad aumentare la produzione di serotonina sia a liberare endorfine (considerate vere e proprie molecole del benessere). I massimi benefici si hanno con il movimento all’aperto, magari nelle prime ore del mattino; l’esposizione alla luce del sole aiuta infatti a regolarizzare la secrezione di melatonina e stimola la produzione di vitamina D. Per di più mantenersi attivi aiuta a controllare il peso, un buon motivo in più per iniziare la giornata con un po’ di esercizio.

E non vogliamo parlare di magnesio, potassio, vitamina C, vitamina B1? Forse conoscevate solo i primi 3 come micronutrienti utili per contrastare la stanchezza, eppure vi dirò che è importante tenere in considerazione anche la vitamina B1, nonché il complesso stesso delle vitamine B. Il magnesio, il potassio, la vitamina C sono presenti in agrumi, frutta e verdura di stagione, banane, fragole, ribes, mirtilli. Le più importanti fonti di vitamina B1 sono rappresentate dai cereali integrali e dai prodotti derivati dalle loro farine (pasta, riso, pane e prodotti da forno di vario tipo, ma sempre integrali), dal germe di grano, dal lievito di birra e dalla carne di maiale, seguiti dal pesce di mare e d’acqua dolce (tonno, trota ecc.) e da altri prodotti ittici (cozze ecc.). Essa  è presente, seppur in quantità minori, anche in alcuni legumi (ceci, fagioli bianchi, fagioli di Spagna), nel fegato di manzo e nella carne in generale, nel succo d’arancia, nei semi di girasole e nello yogurt. Al contrario, il latte, così come le uova, presenta un contenuto di vitamina B1 abbastanza scarso, che viene ulteriormente (e sostanzialmente) ridotto dalla pastorizzazione e dalla bollitura, mentre frutta e vegetali ne sono pressoché privi, soprattutto se non vengono consumati crudi. La vitamina B1, come altre vitamine termolabili, teme le temperature elevate ed essendo idrosolubile si disperde nell’acqua di cottura dei cibi, dalla quale può essere recuperata soltanto se la si utilizza come brodo (di verdura o carne).

A queste semplici regole è importante abbinare sane abitudini alimentari. Non esistono ricette magiche per ritrovare energia; non bisogna nemmeno seguire diete restrittive non controllate che richiedano di eliminare specifici cibi e alimenti. Basta invece rifornire l’organismo di tutto ciò di cui ha bisogno evitando, allo stesso tempo, le sostanze che potrebbero aumentare la stanchezza. Meglio, per esempio, limitare gli alcolici, che interferiscono con il triptofano necessario per la produzione di serotonina. Anche il consumo di caffè e  dovrebbe essere limitato.

Una cosa ci terrei a dire prima di concludere l’articolo. In assenza di problemi specifici (come per esempio un’allergia) la stanchezza si può curare semplicemente con le buone abitudini. Il primo fattore su cui agire è il riposo notturno: tutti, che si sia uomo o donna, dovremmo cercare di dormire 7-8 ore a notte. Se lasciassimo che fosse la stagione dell’anno a dettare i ritmi sonno-veglia potremmo mandare in confusione l’ipotalamo, l’area del cervello preposta al loro controllo e a quello dei cosiddetti ormoni del benessere – come la serotonina, un vero e proprio alleato contro la depressione.

Dott. Francesco Garritano

 

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